Una strana felce con le corna d’alce

“In casa di una mia amica ho visto una bella e decorativa pianta chiamata ‘Felce corna d’alce’. Si trovava rigogliosa in un cestino appeso. Vorrei acquistarne una. Come va trattata? Soffre di particolari malattie?”.

Agnese (Rovereto)

La strana felce osservata dalla nostra lettrice è un Platycerium, dalle foglie dalla forma particolare ed estremamente decorativa. La pianta teme però le temperature troppo basse. Pur sviluppandosi bene anche all’aperto in estate, normalmente questa pianta viene coltivata in serre protette o, meglio, all’interno della casa, in serre fredde e verande. Il Platycerium bifurcatum, detto anche Platycerium alcicorne, è una pianta sempreverde epifita senza fusto e rami, ma dotata di radici aeree con cui si aggrappa a tutori sospesi.

Si tratta di piante tropicali caratterizzate da un clima caldo e umido e negli ambienti di origine si sviluppano aggrappandosi ai tronchi delle piante assorbendo umidità ed elementi nutritivi dall’atmosfera e dalla corteccia degli alberi su cui prosperano, come fanno tutte le piante epifite (tillandsie). Per via della forma delle loro foglie vengono chiamate comunemente “felci a corna d’alce”. Le foglie sono maestose, lobate, biforcate, di colore verde-grigio e consistenza cuoiosa. E assomigliano proprio alle corna delle alci. Sono piante di notevole effetto decorativo e scenografico. I platycerium non sopportano il freddo. Vogliono temperature minime di almeno 10-12 °C. Amano posizioni riparate come ad esempio in una veranda lontano da correnti d’aria; o in una piccola serra da balcone sufficientemente ampia per non rovinare le foglie. La coltivazione ideale è dentro panieri appesi. La pianta è rustica e richiede poche cure. Durante l’inverno ha bisogno di un moderato apporto idrico ogni due settimane. Ai primi caldi invece va bagnata bene. Una buona idea è il vaporizzare le foglie di tanto in tanto. La pianta ha come nemico principale le cocciniglie visibili sotto forma di scudetti tondi e color marrone. La sostanza zuccherina, appiccicosa e trasparente, che esse emettono attira le formiche (se la pianta è all’esterno) e favorisce comunque lo sviluppo del fungo della fumaggine, un fungo saprofita che forma una sottile patina nerastra sulle foglie. Per eliminarle, senza ricorrere a sostanze chimiche, si possono asportare gli scudetti visibili usando un batuffolo di ovatta imbevuta di alcol.

vitaTrentina

Got Something To Say?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

vitaTrentina