Un’indagine diversamente riuscita

Il film di Giorgio Romano, che comprende nel cast giovani attori disabili e professionisti, è stato proiettato anche a Trento il 18 e 19 marzo

Giovani attori disabili recitano da professionisti, dando corpo e spessore a personaggi che non ricalcano la loro disabilità, ma diventano detective e per quasi due ore tengono incollati al grande schermo. E' sufficiente questo per dichiarare perfettamente riuscito l'esperimento artistico e sociale di “Detective per caso”, film passato all'ultimo Festival del Cinema di Roma e proiettato il 18 e 19 marzo, in tutta Italia, e a Trento presso il Supercinema Vittoria.

“Detective per caso” racconta la storia di Giulia che, grazie al suo fiuto da detective e alla passione per i misteri, aiuta il cugino Pietro messosi in pericolo perché, per aiutare la sua amica Marta con problemi di dipendenza dalla droga, viene coinvolto in una rapina e scompare. Giulia, grazie alla sua determinazione e all'aiuto degli amici inseparabili, riesce a risolvere il caso prima della polizia. Lei durante l'indagine trae ispirazione dalla detective Ramona, protagonista della sua serie tv preferita e dal suo slogan “Non c'è nulla che una buona indagine non possa risolvere”.

“Detective per caso” mette in scena, alternati in un equilibrio perfetto, delicatezza dei sentimenti, comicità e suspence.

Questo progetto rappresenta davvero una novità per il grande schermo italiano. Perché si tratta di una sorta di “cinema integrato”, visto che nel film hanno recitato gli studenti disabili e non, iscritti all'Accademia l'Arte nel Cuore, insieme a diversi attori professionisti molto affermati. In questo film quasi non ci si accorge della disabilità di alcuni protagonisti, ma solo della passione e del talento per la recitazione. Allo spettatore non sfugge di certo l'armonia e il grande senso di unione in tutto il cast. Si aggiunga poi che tutti gli attori con o senza disabilità, erano talmente immersi nel loro ruolo da faticare a distinguere i professionisti da quelli ancora 'apprendisti'.

La pellicola nasce da un'idea di Daniela Alleruzzo, presidente de l'Arte nel Cuore, la quale intervistata ha dichiarato: "Questo film per noi rappresenta la vera mission della nostra Accademia: dare a persone che in molti chiamano speciali, o diversi, la possibilità di esprimersi artisticamente". L'opera ha talmente superato le aspettative da far pensare ad un suo proseguimento in una serie televisiva.

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