La Disney ci riprova. Ed ancora una volta non sbaglia. E' una formula vincente, evidentemente, quella del canale Tv dedicato ai più piccoli. Capace ancora oggi di reggere il mercato. Cambiano i tempi, è cambiata la televisione. Ma il progetto della Disney non solo continua a funzionare. Anzi, migliora e s’è avvantaggiato di una globalizzazione sempre più “facilitata”. E così se prima i piccoli talenti venivano lanciati sulla piazza nazionale (Stati Uniti s’intenda, non una piazzetta limitata) sperando in un riscontro internazionale successivo, ora il successo è immediatamente planetario.
Ma a che prezzo? I nomi del passato ci insegnano che non sempre il passaggio è indolore. Non solo per il pubblico. Il salto dalla Disney allo spietato show business “dei grandi” le star lo pagano duramente, con crisi di identità e difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo. Doversi togliere l’etichetta di “brava ragazza” che la Disney impone o voler prendere le distanze dal personaggio per dimostrare di essere cresciute porta ad esagerare. Esempio più eclatante è Miley Cyrus che, svestiti i panni della “perfettina” Hanna Montana, ha girato dei video del suo ultimo album che le Tv non possono trasmettere in fasce orarie protette. E dunque da modello fin troppo ideale, diventa cattivo esempio.
Violetta – che piace soprattutto alle piccolissime, fascia 9-10 anni – è una telenovela argentina, ma rappresenta un fenomeno già internazionale. Sei album già prodotti, più una tournee mondiale che ha toccato anche l’Italia. Violetta ha cantato ad inizio anno a Milano, Roma, Napoli, Catania, Padova, Firenze e Torino facendo registrare il tutto esaurito ovunque. I prezzi dei biglietti inizialmente andavano da 60 a 90. Poi si sono impennati davanti alla forte richiesta, superando ampiamente i 200 euro. Bambine che, evidentemente, sono state accompagnate al concerto da un adulto. Insomma almeno 2 biglietti per famiglia eppure nessuna difficoltà a riempire il Forum di Assago o il Palalottomatica di Roma. Allora forse la colpa non è tutta della Disney. Non solo dalla Tv ci si potrebbe aspettare qualche esempio più educativo.