“E’ un popolo che celebra”

Nella Dedicazione della Cattedrale, l'incontro del Vescovo con la zona pastorale dell'Alto Garda

"La Chiesa deve essere una casa che accoglie, dove ognuno può venire ospitato e sentirsi accolto e benvoluto. Oggi celebriamo il compleanno di questa cattedrale, resa tempio santo dall'essere abitata dal popolo di Dio". L'arcivescovo Lauro Tisi ha salutato così l'assemblea formata dai fedeli della zona pastorale comprendente i decanati di Riva- Ledro, Arco e Calavino-Vezzano, radunatisi domenica 19 novembre per l'Eucaristia nell’anniversario della Dedicazione della basilica cattedrale di San Vigilio. Dunque la festa acquista un carattere più spiccatamente diocesano poiché, ricordando celebrazioni del passato con la partecipazione dei cori della diocesi, il vescovo ha esteso l’invito ai "ministri" della liturgia, invitando i rappresentanti di una delle otto zone pastorali in cui è divisa la diocesi. E l'anno prossimo il testimone passerà ai decanati delle valli di Non e di Sole.

"È dolce questo convenire in unum, per dire l'unità del nostro popolo giunto in pellegrinaggio dopo un intenso periodo di formazione e preparazione per partecipare ad un'eucaristia che segna un punto di partenza – ha detto don Dario Silvello all'inizio della celebrazione -: nessuna parrocchia può sussistere più da sola e vogliamo educarci all'incontro e al confronto per essere veri, audaci e credibili come comunità cristiane, aprendo gli occhi sulle povertà esistenti, seguendo l'esempio di Maria, donna del servizio e madre della Chiesa".

"Come Zaccheo, anche la nostra Chiesa può essere definita piccola di statura perché ha perso l'attitudine alla curiosità, a fare la fatica di cercare e desiderare – ha detto don Lauro nell'omelia -: dobbiamo trovare pure noi un albero su cui salire per voler vedere Gesù, e questo albero è la Parola di Dio, è tornare a frequentare il Vangelo nel silenzio e nella preghiera. La bella notizia della pagina evangelica è che deve venire a casa nostra, vuole fermarsi da noi perché sente la nostra mancanza". Ma siamo certi che la Chiesa di Trento voglia vedere Gesù? "Noi desideriamo potere e successo, tutto tranne Gesù: lui ci dice che la vita è gratuità e in essa, nell'accogliere e perdonare, nel non restare centrati su noi stessi, esiste la gioia, un terreno su cui però facciamo fatica a stare. Dimentichiamo che è l'incontro con il maestro a cambiare Zaccheo: a Dio basta che tu voglia vederlo, sarà lui che, visitandoti, trasforma la tua vita. Chiediamogli allora di aumentare la nostra fede: ospitarlo in casa può aiutarci a capire che i poveri non devono essere destinatari di un servizio ma sono fratelli prediletti".

All'offertorio è stato portato all'altare un cesto di frutti della terra come segno della partecipazione al suo compito di guida della Diocesi, poi il vescovo Lauro ha invocato il dono di cantare nella gioia del Signore, ringraziando i cantori dei cori parrocchiali per il servizio prestato settimanalmente e invitando a comporre un "nuovo inno", portandosi stabilmente nelle stanze di chi soffre per ritrovare la gioia di vivere.

"Ognuno è chiamato a fare la sua parte e dobbiamo sentirci popolo che celebra, assemblea che si mette in gioco in ognuna delle sue componenti", ha detto al termine della Messa dopo aver compiuto un gesto di venerazione alla Madonna addolorata.

"La nostra Chiesa deve ripartire dal Vangelo e dalla preghiera e avere animazioni eucaristiche qualificate è fondamentale – ha aggiunto -: ogni servizio è importante affinché l'assemblea possa esprimersi al meglio, dai lettori ai ministri straordinari della comunione, dai responsabili dei chierichetti ai sacristi e agli addetti a culto. Ringrazio i sacerdoti e i laici per la disponibilità dimostrata, per questa prova di comunione e collaborazione”. La Dedicazione diventa quindi una festa di "pietre vive", punto di arrivo di un percorso di formazione degli operatori dell'animazione liturgica molto partecipato iniziato la scorsa primavera, dipanatosi in oltre 50 incontri con l'ausilio dei referenti diocesani in cui è stato possibile confrontarsi sul significato del proprio compito e ministero, e punto di partenza per un ulteriore approfondimento del ruolo dei laici nelle parrocchie e unità pastorali per imparare a conoscersi e collaborare, in unità di intenti con il vescovo Lauro.

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