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Il lavoro, la disoccupazione giovanile, la necessità di una vita meno frenetica e di una società meno litigiosa: sono questi i temi affrontati dall’arcivescovo Lauro durante il pontificale solenne di ieri in Cattedrale, nel giorno del patrono San Vigilio.
“Vigilio pastore in uscita, maestro di attesa e di perdono”: così’ monsignor Tisi ha definito il vescovo fondatore della Chiesa trentina (morto nell’anno 400 d.C.) ricordando, nell’omelia, che “siamo chiamati ad attendere i tempi di ciascuno” e dobbiamo essere “consci che la vendetta è disarmata dal perdono. Di questo – ha aggiunto – ha enorme bisogno la società civile, attraversata da velenose forme di contrapposizione e di conflitto. Siamo schietti: stiamo litigando troppo!” ha detto mons. Lauro.
Il tema del lavoro è stato uno dei passaggi più significativi: “Nella comunità ecclesiale, nel mondo sociale, politico e dell’economia – ha aggiunto l’arcivescovo – c’è un bisogno estremo di abbassarsi per udire il grido accorato di tanti uomini e donne, con il volto rigato dalle lacrime per la mancanza del lavoro. Quel lavoro che, prima ancora di essere fonte di sostentamento, è condizione per dare dignità alla vita”.
L’arcivescovo ha donato la sua prima lettera alla comunità “Silenzio e attesa” alle autorità civili e militari presenti e distribuita all’uscita dalla santa messa a tutti i fedeli. A loro, in conclusione, il “grazie” di monsignor Tisi e una menzione particolare per i preti: dal nuovo vicario don Marco Saiani ai parroci che “danno lezione di generosità e lucidità”.
Durante la s. Messa il sindaco Andreatta ha rinnovato il dono da parte della città dell’olio per alimentare la lampada ardente davanti all’urna con le reliquie di san Vigilio.