Nel Sudest asiatico migliorano le cure materno-infantili

A Trento nei vent’anni dell’Ant una decina di rappresentanti di paesi “a limitate risorse” con ancora preoccupanti tassi di mortalità materno-infantile

Il 22-23 febbraio c’è stato un evento eccezionale, purtroppo poco pubblicizzato dai media in questi giorni di frenesia pre-elettorale. Eccezionale perché non è facile veder riuniti sul palco della Cooperazione trentina una decina di rappresentanti di paesi “a limitate risorse” che discutono su come migliorare le cure materno-infantili. Sono paesi che hanno ancora preoccupanti tassi di mortalità materno-infantile (indicatori che documentano il livello di civiltà di un popolo).

Per due giornate, di fronte a un pubblico attentissimo, costituito soprattutto da operatori sanitari e molti studenti di ostetricia e infermieristica, si è discusso su difficili situazioni locali, su organizzazione, su risultati. È documentato che in otto stati del Sudest asiatico le condizioni stanno senz’altro migliorando.

Nel 1998 la Neonatologia trentina aveva risposto subito alla richiesta di intervenire in Vietnam per organizzare, formare personale, fornire apparecchiature essenziali. In pochi mesi si erano raccolti 30.000 euro per il primo reparto di Neonatologia a Bac Giang. Il seme gettato è poi fiorito in altri sette stati, stati tutti usciti da recenti guerre (Vietnam ,Laos, Cambogia, Myanmar, Timor Est) o tragedie (i tornado delle Filippine, il tragico terremoto nel Nepal). La presenza sul posto di un trentino, il dott. Luciano Moccia, ha consentito di organizzare al meglio le cure e di dare apparecchi prodotti in loco, con manutenzione in tutta l’area.

Nell’area sono stati realizzati una trentina di progetti, anno dopo anno. Nel Convegno si è riconosciuto che l’impegno degli Amici della Neonatologia trentina-ANT in questi 20 anni ha dato risultati insperati, frutto dell’impegno volontario di tanti medici, ostetrici, ostetriche. ANT è sempre stata appoggiata da risorse fornite dalla comunità trentina: da Provincia e Regione, dall’Arcivescovado e da più di un migliaio di donazioni da parte di genitori e sostenitori.

Purtroppo dove c’è guerra la situazione per i neonati è molto tragica. Sabato, nel Congresso della Società italiana di Neonatologia, si è poi discusso sulle notevoli difficoltà di chi lavora in Africa e sull’eccezionale impegno di Emergency in Afghanistan.

Concludendo il convegno, il prof. Claudio Fabris di Torino ha citato un commento fatto dall’onnipresente don Celestino Tomasi: “Grazie per la vostra testimonianza così sapienziale e profetica. Esportate queste conoscenze perché spesso trionfa il silenzio e l’analfabetismo su questi problemi…”.

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