25 anni dopo il sogno di padre Puglisi

Ogni uomo porta con sè dei sogni più o meno belli, più o meno personali o comunitari, a volte individuali, a volte universali. Padre Pino Puglisi, di cui ricordiamo il 15 settembre l’anniversario dell’uccisione, ha fatto un giorno un bellissimo sogno: portare il sole nel quartiere Brancaccio. Il sole della solidarietà, del riscatto morale e civile, il sole della promozione umana e spirituale, il sole della pulizia di ogni ordine, il sole della bontà, della libertà, del sorriso e dell’Amore. Un sogno che non voleva realizzare da solo e per questo aveva innescato il sistema infallibile del contagio, del coinvolgimento, della corresponsabilità. 

Con un gruppo di persone aveva, in poco tempo, diffuso una gran voglia di cambiare il quartiere attraverso i piccoli movimenti, i semplici gesti di ogni giorno, attraverso iniziative capillari che raggiungevano il cuore delle persone, il vissuto della gente che ci credeva…a iniziare dai bambini, dai giovani e si lasciava aiutare non solo dalle suore che aveva voluto perchè fossero un riferimento nel quartiere ma anche dal Comitato Intercondominiale che molto aveva realizzato e continuava a realizzare per lo sviluppo e la crescita del quartiere attraverso la promozione di alcuni servizi… A iniziare dai volontari del quartiere o suoi amici fuori quartiere ed erano tanti. Padre Puglisi, ogni giorno che passava, tirava fuori dal suo cassetto un pezzo di sogno e stava per completare il suo puzzle, quando qualcuno, la mafia, ha spento per sempre questo sogno meraviglioso che solo pochi uomini riescono a fare realizzare. Il sogno si è spento per sempre perchè neanche altri uomini dopo di lui, che hanno preso il suo posto, sono riusciti a cogliere e a vivere. Ci voleva troppo coraggio, troppa coerenza di vita e alti ideali per continuare a credere nell’uomo, nelle sue possibilità, nel suo crescere e nel suo promuoversi. Perchè nessuno ha raccolto l’eredità di questo sogno per essere il prolungamento di padre Puglisi? Perchè tutto è finito a Brancaccio ed è ritornato il grigiore della malavita, dell’appiattimento sociale e spirituale? Perchè le energie più belle si sono disperse? Anche alla morte di Gesù i discepoli si dispersero, ci fu una vera diaspora, ma con la Pentecoste quell’esiguo gruppo di apostoli riuscì a cambiare il mondo… Un grazie vero vorrei dirlo agli uomini che ci hanno creduto, che non ha avuto paura a sfidare la mafia,di continuare a sognare pur mettendo a rischio la propria vita e quella della sua famiglia, lui più degli altri.. ma è stato lasciato troppo solo non solo dalle forze civili, ma soprattutto da quelle religiose e morali, da chi aveva il compito di sollecitare, stimolare, incitare, promuovere. Troppo solo per andare avanti e continuare quel bel sogno, anche se tanto arduo e difficile. Un grazie nel tempo e nello spazio che non cancella i ricordi belli, a tutti i volontari, alle Assistenti sociali missionarie che tanto hanno aiutato padre Puglisi, a tutti quelli del quartiere Brancaccio che nella libertà e semplicità hanno dato il loro prezioso contributo di tempo e di energie. 

Qualcuno, sicuramente, vive altrove e realizza in altri luoghi l'ultimo sogno di padre Puglisi perchè ovunque, in ogni città, in ogni quartiere c'è un pezzo della realtà di Brancaccio. Padre Puglisi, il tuo sogno non è morto, è una consegna a tutti gli uomini di buona volonta`. Rimarrà per sempre nell'anima di tutti coloro che ti hanno voluto bene e hanno sognato con te, fosse anche per l'ultima volta.

Suor Carolina Iavazzo,

della fraternità “Buon Samaritano”

prima collaboratrice di don Puglisi a Palermo,

è legata alla Chiesa di Trentino per la lunga collaborazione con la Locride nei campi di evangelizzazione e nello scambio pastorale e culturale

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina