Sandra Frizzera, scrittrice per i più deboli

Avrebbe completato tra poco i 90 anni, ma Dio l'ha chiamata a sé a raggiungere in cielo i suoi cari. Una vita la sua dedicata completamente alla sua famiglia, ai bambini e agli emigrati, per i quali scrisse una lunga serie di romanzi. Era la sua dote principale e preziosa quella di trasformare i volti delle persone e la storia del Trentino in racconti che vivificando la realtà e le notizie anche banali le trasformavano in storie semplici, ricche di sentimenti con un linguaggio pulito e nello stesso tempo non solo corretto ma splendido e quindi eloquente.

Si sapeva per notizie vaganti che nel 1885 a motivo di disastrose alluvioni parecchie famiglie trentine soprattutto della Valsugana e della bassa Val di Non aveva no dovuto emigrare verso la Jugoslavia. Le fu la prima che assieme al marito Remo cercò di raggiungerle. Sul far della sera arrivarono, dopo una serie di fermate infruttuose a Stivor.

Ormai stanchi e quindi decisi a tornare indietro bussarono ad una porta. Uscì una donna che chiese: “Se entrigadi?”. Bastò quella domanda in dialetto trentino, meglio tirolese come si usava dire a Stivor, per capire che erano arrivati. Seguirono frequenti visite di gruppi del Trentino ad una delle quali partecipò anche l'arcivescovo mons. Gottardi, che celebrò la Messa nella chiesa di Stivor assieme al vescovo di Mostar.

Una vita tribolata negli affetti aspettava Sandra. Il primo colpo tremendo fu la perdita della figlia Viviana. Scendendo da Madrano in località Sille perse la vita in un incidente stradale. Grave il contraccolpo soprattutto per il papà Remo che Sandra e solo Sandra riusciva a consolare. Per un infarto perse anni dopo anche il figlio Ruben, di 50 anni, già sposato con Chiara Grotti e con la piccola figlia Silvia. Sandra rimase poi sola per la perdita anche del marito.

Sandra Frizzera seppe trasformare anche quella solitudine in racconti di vita e di speranza.

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