Il futuro nella ricerca

L'Istituto storico italo-germanico della FBK festeggia i suoi primi 40 anni. L'intervista al direttore Paolo Pombeni

“Noi riteniamo che la ricerca scientifica, e in particolare la ricerca nell'ambito storico, sia uno dei beni culturali più preziosi o per meglio dire il principale dei beni culturali, senza il quale anche gli altri beni rischia no di rimanere musei senza vita”. Così, quarant'anni fa, Bruno Kessler inaugurava l'Istituto storico italo-germanico, primo nucleo di un insediamento destinato a crescere notevolmente nel tempo, specie con la creazione di un potente polo di ricerca scientifico-tecnologico accanto al settore delle scienze umane. L'Isig fu fondato nell’ambito dell’allora Istituto Trentino di Cultura, che prima di trasformarsi nella FBK (era il 2007) fu il “motore” della creazione a Trento di una sede universitaria e investì sulla creazione di istituti di eccellenza per la ricerca avanzata.

La direzione dell'Isig fu affidata a prof. Paolo Prodi, alla guida fino al 1997, che fece del centro di ricerca un luogo dove la tradizione di scambio culturale fra il mondo latino e il mondo germanico potesse trovare una sede ideale per la riflessione sulle radici di un «idem sentire de re publica» che aveva dato forma alla moderna civiltà europea. L’Istituto ha proseguito l’attività sotto la direzione del prof. Giorgio Cracco (1998-2005), del prof. Gian Enrico Rusconi (2005-2010) e, dal settembre 2010, dal prof. Paolo Pombeni. Le attività dell’Istituto si articolano principalmente in tre settori: la ricerca, con un’équipe di ricercatori impegnata da alcuni anni sul tema della “transizione” come problema storiografico e sulle fasi di sviluppo critico della modernità; la biblioteca, una delle più specializzate nell’ambito degli studi storici di area italo-tedesca e più in generale europea, con un patrimonio di circa 138.000 volumi (di cui 1.336 libri antichi), di 1.077 riviste (di cui 466 in corso) e di 68 banche dati (di cui 40 online); l'attività editoriale, con una vera e propria redazione nella quale si prosegue l’opera di presenza culturale e di interscambio col mondo della ricerca. Sul ruolo dell'Istituto nel panorama storico-politico attuale, sentiamo il direttore Paolo Pombeni.

L'Isig compie 40 anni. Le motivazioni di allora, per cui fu creato, sono ancora valide?

Sì, sono interessanti e vive. Quando Prodi arrivò qui a fare il rettore disse a Kessler, che era un uomo di grandi visioni: non illuderti di venire qui a fare un'ottima Università se accanto non gli crei un sistema di ricerca a contorno che possa anche superare quelle che erano una serie di difficoltà burocratiche che allora le università avevano. L'Università è diventata importate, con un ranking internazionale di tutto rispetto, ma è diventata così e potrà restare così solo se continuerà a crescergli intorno questo sistema integrato della ricerca. Più sarà forte a livello internazionale, più questa regione acquisterà importanza, e riuscirà quindi a difendere le risorse per avere un ruolo di traino rispetto al sistema italiano.

Nel nome stesso c'è l'idea di ponte tra mondo italiano e Germania, e quindi Europa. Oggi come lo fate crescere?

Cercando di spostarlo da problema bilaterale – tedeschi che studiano l'Italia e viceversa – in qualcosa di diverso: cioè un'interazione tra docenti italiani e tedeschi che cercano insieme di capire cosa avviene nel mondo e in Europa. Tenendo conto che la Germania sarà sempre di più uno dei grandi centri di decisione dell'Europa del futuro. Dobbiamo poter diventare dei partner autorevoli presso quelli che guidano questo futuro.

La politica trentina come si colloca, riesce a svolgere anch'essa una funzione di ponte accanto al ricercatore?

Penso di sì, in parte l'ha fatto. Adesso la nuova classe dirigente deve affrontare un problema che è sotto gli occhi di tutti: deve distribuire le risorse sempre più scarse e dovrà sentire piagnistei di persone che hanno approfittato degli anni delle vacche grasse. Si tratta di costruire un quadro dove salvare ciò che va veramente salvato. Governare significa scegliere diceva un famoso uomo politico francese.

Il 1973 anno di fondazione Isig fu un anno di eventi epocali, oggi quali sono?

Abbiamo avuto l'elezione di un nuovo Papa che sta cambiando la Chiesa; abbiamo questa crisi europea molto forte, e vediamo come andranno le elezioni europee il prossimo anno, con il ritorno del populismo; abbiamo una crisi italiana grossissima e siamo di fronte a una svolta: sia per il berlusconismo, che non sappiamo come finirà, sia per la fiammata populistica che ancora non sappiamo se è stata un episodio marginale oppure no. Sarà una svolta importante, quindi neanche il 2013 scherza, come anno drammatico!

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