Un patrimonio a rischio

La chiesa roveretana di Santa Maria del Suffragio protagonista del libro di don Mario Miorelli e Carla Angela Biasi

Un prezioso patrimonio della storia di Rovereto che rischia il dissolvimento è ora presentato in un piccolo libro del compianto don Mario Miorelli e di Carla Angela Biasi, pubblicato con la speranza di far conoscere la chiesa di Santa Maria del Suffragio. Recentemente restaurato (1999-2002), l'edificio sacro situato tra l'omonima piazza e via Calcinari passa forse innosservato ai più, ignari della sua originale storia a partire dal 1739 con la posa della prima pietra. Fu infatti voluto dalla Confraternita di Santa Maria del Suffragio, che lo utilizzò per oltre duecento anni. Sorta a due passi dalle uniche due parrocchie allora esistenti in città – San Marco e Santa Maria del Carmine – è un “segno singolare” delle esperienze religiose del passato ed esprime, a livello plastico negli stucchi, nelle statue e nei dipinti, “la ricerca di incontro con le verità soprannaturali rivelate e l'esigenza di calarle nella pratica della vita”.

Carla Angela Biasi, che ha frequentato il Corso di formazione per guide volontarie nelle chiese promosso dall'Associazione “Anastasia” dell'Arcidiocesi di Trento, ha raccolto e integrato la documentazione e gli scritti lasciati da don Mario Miorelli, ultimo rettore (2001) della chiesa del Suffragio, deceduto il 24 giugno 2012. Il testo “Santa Maria del Suffragio”, edito dalle Arti Grafiche Longo, illustra con chiaro linguaggio aspetti storici, artistici e religiosi della chiesa. Le Confraternite erano associazioni di fedeli, laici o consacrati, che si riunivano per svolgere attività caritative e di culto. Quella del Suffragio di Rovereto – composta da uomini e donne – aveva tra i suoi specifici compiti l'assistenza ai malati cronici, l'aiuto per le spese funebri alle famiglie povere e la celebrazione delle messe in suffragio delle anime del Purgatorio. Ed è a tal fine che lo stile barocco è stato predisposto, con l'utilizzo di marmi bianchi e neri, a simboleggiare la morte ma anche la speranza nella Ressurrezione, con specifici soggetti nelle pale degli altari – in particolare quelle dei Santi Giorgio e Leonardo e dell'Angelo custode – e con le anime purganti avvolte dalle fiamme, scolpite sui singoli banchi.

Carla Biasi collabora da quattro anni con il sacrista Silvano Linardi alla cura della chiesa, che nonostante il recente restauro già presenta infiltrazioni d'acqua e tegole spostate. “Se non si interviene finché il danno è piccolo si rischia che la situazione si aggravi con ulteriori costi”, afferma dispiaciuta. “Anche il portale e le porte laterali necessitano di restauro conservativo”. Biasi ha deciso di devolvere il ricavato del migliaio di copie di libri stampati (10 euro ciascuno) alla manutenzione della struttura. Si sono inoltre appena conclusi da parte del Comune i lavori di rifacimento delle piastre del sagrato, corrose dalla sottostante roggia.

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