“Una spinta a mettersi in gioco”

La “72 ore” rappresenta una formula ormai ben collaudata. In sintesi, in cosa consiste?

“La '72 ore senza compromessi' è una maratona di volontariato, distribuita su tutta la provincia di Trento. L'idea è che enti ed organizzazioni propongano dei progetti realizzabili nel giro di 72 ore”.

Quasi delle sfide…

“Sì, sfide che i giovani sono chiamati a raccogliere impegnandosi tutti assieme nel progettare e poi nell'eseguire e portare a termine progetti di vario tipo”.

Qualche esempio?

“Dalla realizzazione di murales alla decorazione di una struttura che ospita persone con disagio sociale, dall'animazione all'interno di una casa di riposo al ripristino di spazi verdi”.

Perché proprio 72 ore? Sono troppe o troppo poche?

“72 ore perché tre giorni ci sembrano una dimensione temporale giusta per realizzare un'opera significativa, che rimanga nel tempo. E d'altra parte 72 ore sono un tempo sufficiente per costruire buone relazioni sia tra i giovani partecipanti a questa attività, sia tra i giovani stessi e gli ospiti, il personale e i volontari delle strutture gestite dagli enti che propongono i progetti”.

Chi sono i destinatari di questa proposta?

“Ci rivolgiamo principalmente a giovani dai 16 ai 30 anni, ma con una certa elasticità”.

In che senso?

“Ad esempio, se ci sono gruppi già costituiti (parrocchiali, scout, ecc.) con al loro interno ragazzi o ragazze che non rientrano in questa soglia, siamo comunque ben lieti che partecipi tutto il gruppo, senza che nessuno debba restare a casa”.

La partecipazione di gruppo è caldeggiata, auspicata, privilegiata, o vi va bene anche il contributo dei singoli?

“Per noi vanno bene entrambe le possibilità. Se una persona vuole iscriversi come singolo, è più che benvenuta e verrà inserita in un gruppo. Se un gruppo è già costituito – a livello di parrocchia, di classe, di gruppo di amici – e vuole partecipare, siamo felicissimi”.

E se un giovane dicesse: io non so fare niente?

“Ma no, non esiste che nessuno sappia fare niente! Ciascuno di noi ha un sacco di competenze, di passioni, che a volte teniamo nascoste, perfino a noi stessi. Uno degli obiettivi di questa '72 ore' è anche quello di spingere a mettersi in gioco, a oltrepassare la propria zona di conforto, per scoprire sia quello che sappiamo fare, sia le possibilità che il territorio ci offre per valorizzare le nostre competenze. Credo che la dimensione del gruppo aiuti a sviluppare competenze e a scoprirle”.

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