Il monito di Vanzini

Internato a Dachau, testimone vivente degli orrori nazisti

Per troppo tempo, anche nel Trentino, non si è potuto/voluto parlare a tappeto degli aspetti più disumani della seconda guerra mondiale, quando il disegno diabolico del nazismo imperante intendeva distruggere quanti non fossero “sani, alti, biondi e ossequenti a Hitler”. E’ proprio il caso di riconoscere all’Associazione partigiani del Trentino il merito di tenere unite le varie anime della Resistenza locale, con lo scopo di realizzare sul territorio azioni positive, “affinché la gente sappia”, ripete con insistenza il presidente, Sandro Schmid.

Nell’ultimo periodo l’Anpi ha puntato decisamente sugli studenti delle superiori e dell’università, con lo scopo di affidare proprio ai più giovani una ricostruzione fedele della tragica e inesorabile deriva delle dittature del secolo scorso: “perché la storia può ripetersi”. L’ultima delle iniziative in calendario si è svolta presso il Liceo scientifico “Leonardo da Vinci”. Impegnativo il titolo dell’incontro: “Conferenza stampa con l’ex internato Enrico Vanzini dell’ultimo Sonderkommando italiano di Dachau”, con presentazione del libro e del filmato che raccontano la sua drammatica vicenda.

Enrico Vanzini era un ragazzo di 19 anni quando fu arrestato sul fronte greco, spedito in Germania come ribelle, a lavorare in una fabbrica di armamenti, e poi nel Lager di Dachau. In sette mesi ne ha viste tante e di più! Ha conosciuto le “liturgie sataniche” dei Kapò: regolari riunioni per prendere ordini e indottrinare; per dividere i compiti e verificare, a gruppo, la qualità delle realizzazioni secondo il criterio della massima fedeltà alla linea dura; a seguito festa/orgia per caricarsi al grido di “Hitler, über alles!”.

A Dachau Enrico percepisce di essere in una bolgia infernale quando circola nell’aria… odore di carne bruciata! Commenta: “I nazisti, già nel 1939, avevano capito che le pallottole non sarebbero bastate: hanno pensato alle camere a gas dove, in dieci minuti, 150 detenuti diventavano cadaveri da bruciare nei forni… e la cenere era sparsa nelle campagne vicine!”. Amara sequenza che si ripeterà per migliaia e milioni di persone. Il libro descrive nei dettagli quanto il cortometraggio sintetizza in fotogrammi da fiato sospeso.

All’incontro era presenta anche il vescovo di Trento, Luigi Bressan che, negli scorsi mesi, era stato a Mauthausen con un gruppo di studenti a visitare una delle “cattedrali del male assoluto” che hanno dissacrato l’Europa. “Enrico ci ha portato un esempio di fiducia e speranza; vi invito, giovani, a lottare come lui nella vita quotidiana!”.

Vanzini, nella replica, affida ai giovani tre consegne: “Vogliatevi bene – un bene mondiale – perché la vita è sacra! Quando sono tornato a casa mia madre non mi riconosceva più (avevo lasciato 50 chili della mia carne nel Lager): il male abbrutisce tutti! Dove si bruciano i libri, si bruciano anche gli uomini!”.

Bepi Grosselli

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