La crisi batte dove il dente duole

Per le cure odontoiatriche sono cresciute le convenzioni per tenere calmierate le tariffe, ma spesso non si conoscono

Il problema è annoso e fastidioso, come una carie molesta. In tempi di crisi economica, le spese per le cure odontoiatriche pesano sempre di più sulle famiglie e, come sempre, vanno a incidere soprattutto sui redditi mediobassi, sui nuclei numerosi o monoreddito. Secondo stime nazionali del 2011, il 40 per cento delle famiglie non riesce a provvedere alle cure dentistiche e pure nella provincia di Trento il problema rimane all'ordine del giorno.

L'anno di svolta per il Trentino, si ricorderà, era stato il 2007 quando il Consiglio provinciale a dicembre aveva legiferato – unificando quattro diversi di legge – a favore soprattutto delle fasce più deboli della popolazioni, puntando a irrobustire l'assistenza sanitaria diretta. L'applicazione fu graduale e – anche a detta dell'allora assessore Rossi – arrivò a regime solo nel 2010, nel tentativo di garantire quello che il servizio nazionale non copriva. Lo stanziamento provinciale – che allora era di 13,5 milioni annui – dovette fare i conti con una platea di utenti “interessati” che sarebbe stata più ampia. Una delle risposte parallele fu quella di incentivare, in forma suppletiva, le forme di assistenza indiretta attraverso convenzioni stipulate dai singoli studi, per aumentare anche il numero delle prestazioni. Un tentativo di aggiornare la legge provincia fu condotto nell'estate 2011 dalle minoranze in consiglio provinciale ma il disegno di legge si fermò in commissione.

In questi anni alcune risposte sono arrivate, ma – a sentire gli addetti ai lavoro – molti problemi permangono aperti e con essi la tentazione dei “viaggi all'estero”, dove si propongono a prezzi più competitivi qualità inferiori. E' dello scorso anno la nascita della cooperativa “fiDente” con una trentina di dentisi e operatori associati, che ha mirato soprattutto a raggiungere tariffe calmierate pur mantenendo alta qualità di servizio. A tutt'oggi l'attività si è sviluppata puntando a estendere i livelli essenziali dell'assistenza dentistica: nel dicembre scorso peraltro, come si vede dal sito della cooperativa, è stato sospeso il “progetto primo” avviato in primavera che si riferisce proprio ai bambini sotto i 14 anni e a soggetti con ICEF inferiiore a 0,2000. in attesa di una sua tempestiva revisione.

Tra le prime categorie a muoversi, l'associazione Artigiani di Trento che ha previsto nel SIARTT (fondo di sanità integrativa) che prevede fra l'altro nella polizza di ogni assicurato un rimborso fisso annuale di 200 euro per le cure odontoiatriche e una convenzione con alcuni medici odontoiatri che operano in Provincia di Trento. Anche Confindustria Trento ha puntato sulle convenzioni con studi dentistici, garantendo alle famiglie dei propri associati (senza limitazioni di reddito) delle tariffe quasi “competitive” con quelle dell'Azienda sanitaria provinciale. Altre realtà come le Casse Rurali, le Poste, la Guardia di Finanza – per citarne solo alcune – hanno percorso questa strada con l'attenzione a interessare tutte le varie figure della filiera trentina.

“In questa fase notiamo un problema di comunicazione – osservano il dott. Giovanni Baiardo, titolare di uno degli studi in prima linea nella strategia delle convenzioni – perché ci sono ancora troppe persone quali possibilità esistono sul territorio. E allora capita che uno si rivolga all'estero oppure a soluzioni “mordi e fuggi” o con prodotti di basso prezzo ma anche di bassa qualità, senza tener conto che la professionalità paga e favorisce anche la decisiva fase della prevenzione delle malattie del cvo orale”. Prima di metter mano alla bocca (e al portafoglio) è importante dunque richiedere le informazioni utili presso l'Azienda Sanitaria, le associazioni di categoria e i patronati.

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