“Vif”, vivere, informare e formare: una sfida giovane

Si chiama “Vif” che è l’acronimo di vivere, informare e formare. Ma in lingua ladina il termine significa “vivo”, aggettivo più che azzeccato per un giovane che si affaccia alla vita. Concretamente, si tratta di un progetto di educazione al benessere, alla sanità e al sociale realizzato dai ragazzi della scuola ladina di Fassa per i loro compagni. Dalla prima elementare alla quinta superiore, “Vif” ha l’obiettivo di attivare un’educazione fra pari per diffondere una cultura della salute,del benessere individuale e sociale.

Tutto è iniziato con un gruppo di studenti, una cinquantina in tutto, appartenenti alle classi seconde, terze e quarte dei Licei e dello Ski College. Per prima cosa si sono divisi in tre gruppi in base ai propri interessi e hanno seguito alcuni incontri con specialisti. In particolare con Elio Liberatore, figura di riferimento in valle per i problemi alcol correlati e con la pedagogista Emanuela Fellin che ha curato un corso sulla comunicazione. In questa fase preparatoria sono intervenuti il psicoterapeuta Valerio Costa e la nutrizionista Raffaella Ruosi che hanno esplorato con gli studenti malattie tipicamente adolescenziali come l’anoressia e la bulimia.

Forti di questa esperienza gli studenti hanno scelto il teatro per diffondere il loro messaggio tra i loro compagni. I ragazzi hanno organizzato alcune scenette provocatorie prendendo spunto dall’analisi della pubblicità. Smontando e montando gli slogan che ci bombardano sono emersi i messaggi negativi e latenti a cui siamo sottoposti quotidianamente. Non è stato difficile far riflettere sui pericoli e sugli eccessi a cui i ragazzi di oggi sono esposti anche in una valle periferica come quella di Fassa.

È stato anche scritto un decalogo del progetto Vif che ha un titolo esemplare: “Impegnarsi per essere felici”. Obiettivi molto semplici come ridurre il tempo trascorso davanti allo schermo delle televisione per leggere qualche libro in più. Poi c’è il mangiare sano, l’impegno quotidiano per migliorare sé stessi ma anche l’ambiente naturale e umano. Infine curare i rapporti umani dentro e fuori la famiglia. Infine trovare il tempo per fare ciò che piace e avere fiducia nelle proprie possibilità.

“Attraverso questo progetto i ragazzi imparano a responsabilizzarsi e a maturare in un contesto positivo stili di vita sani legati alla corretta alimentazione, alla pratica di sport e imparano così a stare lontani da fumo, alcool e droghe”, spiegano i docenti Germano Basile e Thomas Zulian. Per rinforzare il messaggio sono stati organizzati degli incontri per studenti e famiglie. Il primo appuntamento, quello di giovedì 27 marzo, era dedicato al difficile mestiere del genitore. Sul tavolo dei relatori è salito Valerio Costa, psicoterapeuta e direttore della comunità di Camparta. Dopo l’incontro di giovedì 3 aprile sul tema “La mente mente” giovani e famiglie si ritroveranno giovedì 10 (ore 20.30 teatro di Canazei) e domenica 13 aprile (ore 17 teatro comunale di Tesero) per assistere allo spettacolo “Mùsega neva”. Si tratta di un musical sul valore dell’intercultura e della ricchezza legata alla diversità. Le due serate non serviranno solo per trasmettere un messaggio di amicizia ma anche per raccogliere offerte per la missione di Tomanguina in Perù.

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