I vini trentini? Un’eccellenza ancora da scoprire

Un inno al “sangue di Bacco” si è ripetuto con l’edizione numero 48 di Vinitaly a Verona, una kermesse di qualche giorno durante la quale su centomila metri quadri di spazi espositivi si sono presentati a quasi 200 mila visitatori (un terzo dei quali provenienti dall’estero) oltre 4.000 aziende produttrici. Un sommario calcolo prevede che gli assaggi siano stati almeno mezzo milione, dunque un campionario con decine di migliaia di qualità, sia spumante, sia fermo, sia biologico.

Proprio le aziende che producono con il sistema biologico (non usano prodotti chimici) sono in aumento, qualche piccola entità anche attenta al biodinamico. Questa sensibilità, oltre ad essere sempre più ricercata dai mercati esteri, è un’attività produttiva che coinvolge in particolare i giovani vignaioli, molte le aziende tradizionali che convertono parte del loro territorio coltivato alla produzione di uva per il vino biologico.

Ad accogliere a Vinitaly nel piccolo spazio istituzionale i “comunicatori trentini”, Fabio Piccoli con il suo staff, uno stand francescano, in controtendenza ai faraonici spazi delle edizioni precedenti. Come suo stile il direttore entra direttamente nel concreto: i trentini innanzi tutto mancano di “trentinità”, i primi a non bere vino trentino sono proprio loro; troppa la frammentazione e troppe le etichette, sbagliati nel passato i testimonial, necessità urgente quella di raccontare il vino collegandolo al magnifico territorio provinciale. Non è possibile che un “Continente enologico” quale il Trentino, con un alto profilo qualitativo, non riesca a vendere sul mercato la sua eccellenza a prezzi troppo bassi. Nel miliardo di etichette presenti nel mondo, non sarà un’impresa facile, ma si dovranno distinguere quelle abbinate al nostro territorio.

Un risultato di questa edizione 2014: finalmente riunite ed in sinergia tutte le realtà produttive, ampio spazio ai vignaioli, ampio spazio alla cooperazione, ampio spazio ai privati.

Un dato: nonostante le esportazioni di vino siano diminuite in quantità è invece aumentato il guadagno, perché sempre più i mercati internazionali sono interessati al vino italiano di buona e ottima qualità.

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