Punto nascite: “Qualità e sicurezza anche all’ospedale di Cavalese”

L’ospedale di Fiemme. Foto Gilberto Bonani
Le amministrazioni di Fassa e Fiemme scendono in campo a difesa del punto nascite dell’ospedale. Il Comune di Cavalese, dopo i tentennamenti emersi nel corso dell’ultimo consiglio comunale, intende costituire un osservatorio per mantenere sempre alta l’attenzione sull’ospedale delle due valli e in particolar modo sul punto nascite. “Abbiamo già avuto alcune adesioni da parte di associazioni e gruppi di volontariato e puntiamo in breve tempo a creare questo organismo, segno concreto dell’attenzione dei Comuni verso il nostro ospedale”, spiega Giuseppina Vanzo, assessore cavalesano alle politiche della Salute.Il pensiero degli amministratori va al prossimo dicembre quando la dottoressa Bruna Zeni, primario del reparto, andrà in pensione. C’è timore che il ruolo non venga più ricoperto e inizi anche per il punto nascite un lento ma inesorabile depotenziamento. Ogni anno a Cavalese nascono circa 270 bimbi, un numero insufficiente per rientrare nei rigidi parametri fissati dalla politica sanitaria.Fortunatamente il numero di mamme che scelgono ospedali più lontani come Trento e Bolzano rimane sotto il 10% ma il dato costituisce comunque un segnale negativo per il mantenimento del servizio a Cavalese. “Considerare unicamente il dato numerico è fuorviante”, continua Giuseppina Vanzo. “Dobbiamo valutare anche la distanza dei nostri paesi da Trento. Se una mamma di Alba di Canazei ha necessità di partorire deve affrontare due ore di viaggio per arrivare al S. Chiara in condizioni meteo e di traffico favorevoli. Facendo una rapida verifica si tratta di uno dei luoghi più lontani dal capoluogo del Trentino. Conservare il punto nascite significa anche mantenere aperta la sala operatoria 24 ore su 24 e il servizio pediatrico, sezioni che sarebbero esposti a rischio chiusura”.

I prossimi mesi saranno probabilmente decisivi per definire il futuro del reparto di ostetricia di alcuni ospedali periferici come Cles (che ha numeri del tutto simili a quelli di Arco), Tione e Cavalese. L’idea di un osservatorio per il punto nascite di Cavalese è sorta dopo l’invio di una lettera all’assessore provinciale alla salute Donata Borgonovo Re da parte di Giuseppina Vanzo e Maria Elena Gianmoena, componenti della giunta comunale di Cavalese. Una lettera che ha coagulato molte adesioni e si è poi trasformata in un documento in via di approvazione nei vari consigli comunali di Fassa e Fiemme.

“I punti nascite hanno portato il Trentino ad avere un tasso di mortalità neonatale tra i più bassi nel mondo e i dati oggettivi confermano il livello di assoluta qualità e sicurezza raggiunti anche nell’ospedale di Cavalese”, spiega Giuseppina Vanzo. “Dati che giustificano qualsiasi ulteriore sforzo per il mantenimento del punto nascite non come privilegio, ma per garantire la risposta più appropriata e coerente ai bisogni della comunità”.

A maggio dovrebbero ripartire i lavori di ristrutturazione delle stanze per i degenti dei reparti di Medicina e Chirurgia. Saranno rifatti pavimenti, serramenti e impianti elettrici a blocchi di due stanze alla volta. C’è poi il tema caldo della carenza strutturale del Pronto soccorso e la possibilità di creare alcuni posti letto per lungodegenti che attualmente sono trasferiti ad Ala, dall’altra parte del Trentino.

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