Madonna dell’Aiuto, un pezzo di storia di Mezzana

La chiesa della Madonna dell’Aiuto di Mezzana in valle di Sole. Foto Lara Zavatteri
Era la primavera del 1999 quando dopo circa sessant’anni di chiusura veniva riaperta al pubblico la chiesa della Madonna dell’Aiuto (o di Caravaggio) di Mezzana, ubicata accanto alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo.

Da decenni utilizzata unicamente come una sorta di magazzino, la chiesetta, prima della riaprire le porte ai fedeli, fu rimessa a nuovo. Oltre alla pulizia venne messo a norma l’impianto luci, rifatto del pavimento e imbiancate le pareti con i colori originari: blu, rosa e giallo. Si recuperò in questo modo un pezzo di storia del paese, aprendo dopo diversi decenni un luogo sacro che molti non avevano mai visto o che non ricordavano.

La chiesa venne eretta nel 1780 e consacrata nel 1886 e anche la sua costruzione ha una storia particolare. Secondo la leggenda infatti la chiesetta venne edificata in quel preciso punto perché proprio lì era presumibilmente apparsa la Madonna ad una persona del paese. La costruzione fu possibile grazie alla collaborazione dei residenti, che s’impegnarono a finanziarla con lasciti testamentari e offerte, ma anche di vari paesi della val di Sole e di nobili dell’epoca. Oltre al denaro venne donato anche legname, indispensabile per la costruzione.

La Madonna di Caravaggio o dell’Aiuto divenne così meta di pellegrinaggi di persone che si recavano a Mezzana per visitare il luogo e pregare, fino alla seconda guerra mondiale, quando poco a poco la chiesa venne abbandonata e usata come ripostiglio a servizio della chiesa parrocchiale, che comunque fu sempre ed è anche oggi la chiesa principale in cui si celebrano le funzioni più importanti.

Solo molti anni più tardi il parroco don Luigi Mezzi decise di riaprire la chiesetta al pubblico, grazie agli interventi descritti che permisero di rivedere il luogo sacro nel 1999, dopo tanti anni di oblio. Pur non conservando al suo interno opere di grande valore ed essendo molto meno antica rispetto alla parrocchiale dei santi Pietro e Paolo – fra le chiese più vecchie della val di Sole, citata già nel 1211 (quindi con più di 800 anni) – l’importanza di questo luogo è soprattutto storica e affettiva.

Quindici anni fa la comunità poté ritrovare un pezzo della propria storia, a lungo dimenticata.

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