Mori, la città che verrà secondo i cittadini

Mori vista dal Santuario di Montalbano. Foto © Gianni Zotta
“Immaginare la città” non solo con la mente, ma discutendone faccia a faccia. È quanto avviene, e accadrà, a Mori per i prossimi sei mesi: due volte ogni 30 giorni. Un gruppo di giovani e non solo si confronterà attivamente, promuovendo un dibattito consapevole in grado di far partecipare tutti e di influenzare quelli che sono alcuni temi irrisolti del tessuto urbano locale. Perché, come sostengono gli organizzatori dell’evento, la democrazia partecipativa arriva dove quella rappresentativa non sa colpire.

È questo l’obiettivo di “Polislab”, una nuova associazione, nata dall’idea di cinque giovani, che mira ad analizzare e proporre soluzioni, in una maniera alternativa, facendo leva appunto sul principio della partecipazione.

“Puntiamo ad ascoltare le idee e le opinioni di tutti, incanalandole verso una discussione concreta basata su un approccio costruttivo che non sfumi in inutili chiacchiere da bar”, spiega Lorenzo Modena, fondatore di Polislab assieme a Chiara Bugna, Elena Caglierotti, Gianmario Modena e Alessandro Zuanni. Tre architetti, uno studente di studi internazionali, ed un esperto di sistemi di misurazione in ambito sportivo che, nel tempo libero, si dedicano ad “Immaginare la città”.

E solo qualche giorno fa i lavori sono iniziati, e più di 30 persone, provenienti da tutto il Trentino si sono date appuntamento a Mori per discutere soprattutto di urbanistica nelle aree interessate dal progetto: Quattro Vicariati, Mori e altre zone della Vallagarina. Tanti i problemi sviscerati in tutti i loro aspetti, in particolare quello degli spazi sfitti sul nostro territorio e su di un loro ipotetico utilizzo. Dall’ex Montecatini a Palazzo Salvotti, passando per l’ex Cantina sociale di Mori.

“Si è parlato anche dalla piazza di Mori, oggi poco frequentata”, continua Lorenzo Modena. “Quindici anni fa c’era una specie di parco, poi è stato raso al suolo per renderla più abitabile, ma ora non ci va più nessuno. Ed è su temi come questo che Polislab può offrire la sua soluzione”. Una volta chiarito come approcciarsi al problema che si vuole affrontare, spiega il fondatore, si organizzeranno opere artistiche, eventi, pubblicazioni, incontri con gli amministratori per sensibilizzare l’intera comunità, e farsi sentire.

Per ora i lavori sono solo all’inizio, e presto si formeranno vari gruppi a seconda dei problemi riscontrati e, attraverso l’aiuto di alcuni esperti, si concentreranno sull’elaborazione di idee, da presentare poi alla pubblica amministrazione che, per ora, sembra gradire quest’iniziativa.

Ma come evitare che, ascoltando la voce di tutti, si finisca per essere soffocati da un’accozzaglia di opinioni? “Il rischio è alto, ma abbiamo strutturato le serate per fare in modo che ciò non accada. Tutti possono parlare liberamente e, a seconda di come si evolve la situazione, incolliamo e togliamo dei post-it sulla lavagna per mostrare visivamente come sta andando la discussione. Vogliamo evitare populismo o discorsi fuori tema, non puntiamo a una democrazia spiccia, ma partecipata”, conclude Lorenzo Modena.

In programma per ora ci sono 12 serate, divise tra incontri con i partecipanti e con esperti di varie tematiche, ma, confermano gli organizzatori, se il format piace, il prossimo anno si farà il bis.

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