“Ho lavorato per un santo!”

Il tempo a disposizione era poco, ma l’occasione di lavorare per il Papa era unica

Nato a Rovereto nel 1951, da sempre residente a Levico, Marcello Pasquale ha svolto il servizio militare in Marina, come tanti trentini di località lacustri, nello specifico nelle squadre antincendio. E’ così che ha incontrato il fuoco, elemento che lo ha accompagnato e lo accompagna ancora oggi. Conclusa la naja è stato impegnato per diversi anni in una ditta metalmeccanica, a lavorare il metallo e a saldarlo.

In possesso di competenze e abilità tecniche non comuni, quando un amico ceramista gli ha dichiarato la sua insoddisfazione a proposito del tornio che stava usando, Marcello è stato in grado di modificarglielo secondo le sue necessità, poi ne ha realizzato ex novo un altro e poi un altro ancora.

Avvicinato in tal modo il mondo della ceramica se ne è innamorato, ha lasciato il suo lavoro e in breve si è dato alla lavorazione della terra con l’acqua e col fuoco fondando la ditta “La ciotola” che ancora gestisc Patena e calice creati da Marcello Pasquale per la celebrazione eucaristica del 30 aprile 1995 all'Interporto e, insieme alla moglie.

Con la creta e gli smalti sono la fantasia e la creatività le materie prime fondamentali che quotidianamente usa. Vastissima la gamma di prodotti realizzati: dai lampadari ai vasi, dalle sculture a tutto tondo e a bassorilievo ai fischietti, dai pannelli decorativi alle stoviglie, come pure vaste sono le tecniche impiegate, dalla maiolica al raku al terzo fuoco. Molto intensa anche la sua attività di didatta nelle scuole dell’obbligo.

Sempre pronto a venire incontro alle esigenze della clientela, quasi vent’anni fa fu contattato dalla Curia Arcivescovile per una commessa assai particolare. Si trattava di realizzare le patene e i calici che dovevano essere utilizzati nel corso dell’imponente celebrazione eucaristica che la mattina di domenica 30 aprile 1995 il papa, a Trento per la beatificazione del principe vescovo Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, avrebbe presieduto nella spianata dell’(allora) neonato Interporto, l’unico posto in grado di ospitare i previsti centomila fedeli.

I pezzi da realizzare erano tantissimi, il tempo a disposizione assai poco, il margine di guadagno ancora di meno, ma l’occasione di lavorare per il papa era unica e Marcello Pasquale, che sulle prime aveva rifiutato in quanto impegnato nella ristrutturazione della sua casa di abitazione, ha poi volentieri accolto l’offerta. Interessante anche ricordare che, rispetto al progetto iniziale, ha proposto ai suoi committenti una variante ben più raffinata, con un uso importante degli smalti a terzo fuoco, che ha incontrato subito l’interesse dei monsignori e del vescovo Giovanni Maria Sartori. E’ così che sono nati le alcune centinaia di calici e le circa 500 patene con sul fondo a tutte maiuscole la scritta “G.PAOLO.II°.VISITA.TRENTO.30.4.1995”.

Svolta la loro funzione specifica quelle patene sono state poi offerte a tutte le parrocchie dell’arcidiocesi mentre i calici, offerti ai missionari trentini, sono oggi sparsi in tutto il mondo. A ricordo di una giornata memorabile.

Quando, alla luce di quanto accadrà il 27 aprile, Marcello mi ri-raccontava la storia più bella della sua intensa vita di lavoro, quasi gli venivano i goccioloni agli occhi: “Pietro, ma ti rendi conto? Ho lavorato per un santo!”.

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