Sessant’anni fa Roncalli tra la folla in Folgaria

Il legame tra l'altopiano di Folgaria e il “Papa buono” è qualcosa che va oltre il rapporto tra l'uomo di Chiesa , la fede e la popolazione. Quest'anno si ricordano i sessant'anni da quel primo agosto 1954 in cui Roncalli, allora patriarca di Venezia, fu inviato dal Vaticano a Costa di Folgaria per benedire ed incoronare il santuario dedicato alla Madonna delle Grazie, poi proclamata nel 1955 da Pio XII “patrona degli sciatori d'Italia”. Fu un avvenimento che gli storici collocano tra i più importanti accaduti in queste comunità montane nel ventesimo secolo.

Nell'occasione – ancora oggi ricordata da una targa commemorativa – la piana di Costa fu invasa da migliaia di persone provenienti da ogni angolo degli altipiani cimbri e dal fondovalle, dalla Vallagarina e dalla Valdastico. Molti fedeli arrivarono anche da Asiago, Lavarone e Luserna. Il santuario divenne meta di un pellegrinaggio dagli antichi sapori, in modo particolare furono i vecchi, le donne ed i bambini a frequentare la cerimonia, molti uomini erano assenti perché all'estero a lavorare.

“Furono tempi duri – era solito ricordare il maestro Mario Osele di Lavarone che in quel periodo era anche sindaco del suo paese, – ho davanti a me l'immagine del sindaco di Folgaria, che allora era un cittadino di Carbonare, Ettore Carotta, emozionato nel presenziare alla cerimonia. Quando il patriarca Angelo Roncalli, il futuro papa Giovanni XXIII, incominciò a parlare nella piana di Costa c'era un silenzio straordinario, si udivano cinguettare solo le parisole ed i fringuelli.Nella voce di quell'uomo , piccolo di statura, erano racchiuse la sinfonia della fede, la voglia del riscatto ed un messaggio universale d'amore e di pace. Da quel momento tutti capimmo che quel messaggero di Dio sarebbe diventato importante , un punto di riferimento per la Chiesa, per i cristiani ed il mondo”.

Quel giorno nella sua omelia, il futuro “Papa buono” parlò della Madonna e si rivolse in modo particolare alle donne, sapendo che sarebbero state loro a doversi caricare sulle spalle il pesantissimo fardello del lavoro, dello sviluppo e dell'educazione. Fede, fatica e famiglia.

Ora che Roncalli viene riconosciuto santo per la Chiesa universale anche il suo storico passaggio a Folgaria dovrebbe ulteriormente far diventare il nostro santuario un luogo di richiamo e di devozione. “Vorgell'z Gott”, per dirla in cimbro.

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