Verso l’alto, nel profondo

L'alpinista friulana ha presentato il volume nell'ambito del Trento Film Festival: un viaggio fisico e spirituale alla scoperta del monte sacro per eccellenza

La salita sul Sinai, la montagna sacra per eccellenza. Un viaggio fisico e spirituale. Due sentieri che si incrociano, arrivando alla meta per vie diverse che svelano inaspettati punti di contatto. "Sinai" (Fabbri Editori Wild, 2014) racconta l'esperienza di Nives Meroi, la famosa scalatrice friulana che nella primavera del 2013 è salita sui 2.285 metri della vetta insieme al marito Romano Benet (sue le foto contenute nel testo), e quella del teologo Vito Mancuso che ha percorso lo stesso tragitto rimanendo nella sua casa, immergendosi nei libri dell'Esodo e in testi di archeologia. Un cammino parallelo tradotto in pagine orientate verso l'alto e al tempo stesso verso la profondità dell'interiorità umana. Un'esplorazione che porta la riflessione a espandersi nello spazio esistente tra due poli – avventura e spiritualità – non così distanti come potrebbe sembrare.

Ne hanno discusso la stessa Nives Meroi e Davide Zordan, docente di Teologia fondamentale presso il Corso Superiore di Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler, durante la presentazione del libro svoltasi venerdì 28 marzo nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale, un'anteprima del 62° Trento Film Festival, in collaborazione con Religion Today Filmfestival.

Secondo Zordan, il valore del libro è racchiuso nel presentare i due cammini senza cercare di farne sintesi, spetta al lettore, infatti, individuare gli elementi che accomunano le due voci.

"Di Nives colpisce il modo in cui vive il senso del limite: – afferma il teologo – la volontà di superarlo si accompagna al riconoscimento del limite stesso. Arrivare in vetta è una conquista che non ne consente il dominio e nella sfida del salire c'è anche il gusto di ritornare, consapevoli delle fragilità rivelate dall'esperienza fatta. È una visione umanista vicina per sensibilità alla tradizione religiosa di cui parla Mancuso che vede nel Sinai il simbolo di un'esperienza spirituale autentica".

La conoscenza la raccogli da terra camminandoci dentro, non cade dall'alto, scrive Meroi. Eccola allora impegnata in un'ascensione che non ha nulla di alpinistico, ma conferma quanto già scoperto negli anni scalando ben undici delle quattordici vette nel mondo sopra gli Ottomila.

"Mentre sali ogni passo è uno sforzo di volontà e sei concentrato sul gesto, poi quando arrivi in cima lo sguardo spazia intorno senza poter dominare nulla. Lì capisci l'irrilevanza delle tue ambizioni, ma, al tempo stesso, avverti un senso di appartenenza pacificante. Quando lo senti, lo riconosci subito, anche in mezzo ad un prato vedendo la bellezza di un fiore". Sulla vetta la terra finisce, inizia il tempo e diventa spontaneo guardare verso il basso e ringraziare: "L'ascesa ti isola in una solitudine in cui sai che sei responsabile della tua vita e di chi è con te e dunque la cordata è alleanza tra esseri umani".

Meroi si avvicina al Sinai senza avere conoscenze particolari, lasciandosi affascinare da un paesaggio che scopre per la prima volta, il deserto. Lo sguardo abituato alle nevi e ai ghiacci si posa su un monte la cui vetta si raggiunge senza bisogno di ramponi o attrezzature particolari. Una volta in cima, l'alpinista non prova nessuna emozione particolare, ma ciò che distingue l'arrivo è scoprire chi sono i compagni di viaggio con cui ha condiviso l'ascensione notturna. I loro volti sono svelati dal sorgere del sole e il cammino compiuto nell'oscurità è la premessa per lasciarsi stupire da una "rivelazione" che avvicina gli uomini tra loro: "Intorno a me c'erano tanti giovani egiziani, probabilmente i giovani della Primavera araba scesi in piazza qualche anno fa, e vedere insieme musulmani e cristiani, giovani e adulti è stata un'esperienza preziosa. Mi ha colpito l'armonia delle differenze, la bellezza degli opposti". La convivenza delle diversità è dunque la ricchezza sperimentata salendo la montagna, un viaggio fisico che apre la via a quello interiore accomunando ascensione laica e religiosa.

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