Cinquantesimo abbraccio

Sabato 10 maggio, l'incontro degli ex-oratoriani del “Rosmini”. La prima riunione nel 1964]

Il più giovane, Renzo Travaglia, ha 72 anni e il più anziano, Gino Coelli, ne ha cento. Li legano una forte amicizia e profondi valori cristiani, coltivati da decenni. Sono gli ex-oratoriani dell'oratorio “Rosmini” di Rovereto, che sabato 10 maggio festeggeranno il loro cinquantesimo incontro di gruppo. La prima riunione avvenne infatti il 6 dicembre 1964 nei locali dell'albergo “Ancora”, dove si costituì una libera associazione denominata “Gruppo ex-oratoriani dell'oratorio Antonio Rosmini”.

Da allora si sono riuniti ininterrottamente, ogni anno, prima nei locali della struttura di via Paganini, e quando non fu più possibile per varie ragioni, tra cui la ristrutturazione dell'edificio, al Centro pastorale “Beata Giovanna”. Così sarà anche sabato. Non si tratta di semplice nostalgia di persone che non riescono a staccarsi da un passato ormai lontano, ma della forte convinzione che quegli anni dell'infanzia e dell'adolescenza trascorsi all'oratorio “Rosmini”, con il sostegno di validi e coraggiosi sacerdoti, furono una solida base di formazione per la vita intera.

“A un certo momento qualcosa si ruppe nel periodo post bellico”, spiega l'ing. Guido Tomasi, alle soglie dei novant'anni. “L'oratorio pur continuando ad essere frequentato da giovani, seppur in numero minore, non produsse più ex-oratoriani che avessero un profondo interesse a legare con il nostro gruppo”. Non sa esattamente spiegare quali fossero le cause, forse contribuì anche la mentalità ideologica sessantottina, che pervase un po' tutti gli ambiti ecclesiali.

Tomasi ricorda che a un certo momento venne meno la “tradizione oratoriana della dottrina cristiana pomeridiana” (quella che oggi chiamiamo catechesi), che si concludeva con la funzione religiosa celebrata nella cappella della Madonna Immacolata. Un'iniziativa che attirava fino a cinquecento bambini. Terminò anche la gestione dei cappellani della parrocchia di San Marco, una presenza giudicata importante.

Nel 1971 la struttura fu affidata ai Canossiani, nel 1983 ai Salesiani e poi è storia recente. L'affetto per l'oratorio emerge dalle testimonianze scritte appositamente per un libretto di 32 pagine, in occasione del cinquantesimo incontro. Il prof. Gino Coelli, nonostante la veneranda età, scrive di suo pugno: “In una società individualista come la nostra, l'oratorio non può avere funzione di 'ludoteca', ma deve avere una finalità educativa, cercando di orientare [i giovani

verso i veri valori della vita, quali l'amicizia, il rispetto per le persone, l'amore per la famiglia…”.

Mentre don Pier Giorgio Zocchio, di Sinigo-Merano, ricorda l'eroismo nel 1944-45 di don Alfredo Canal, che appena passati i bombardieri correva sul posto con l'olio santo per prendersi cura di eventuali feriti. Nel 1976 il gruppo regalò all'oratorio il bassorilievo di padre Mario Veronesi, martire missionario. In altre occasioni sostenne economicamente l'oratorio con alcune spese, come il mobilio, ma ciò che anzitutto conta per loro è l'amicizia e l'affiatamento.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina