Dal Vesuvio a tutti i principali crateri del pianeta: un'avventura lunga una vita
La domanda d'obbligo dei ragazzi: da dove salta fuori questa passione? “Ho trascorso la mia infanzia e la mia adolescenza alle pendici del Vesuvio nutrendomi della linfa della sua presenza – ha risposto di Gennaro nel suo italiano forbito – La potenza che scatena un vulcano in piena attività ha sempre colpito la mia immaginazione ed è stato facile per me capire perché tanti popoli antichi abbiano attribuito alle montagne di fuoco poteri sorprendenti sino ad identificarle con l'anima stessa della Terra. Prediligo i vulcani perché questi coni solitari, costituiti di materiale incandescente, simili a montagne in splendido esilio, nascono, crescono e muoiono, in ciò tanto simiglianti alla fragilità e alla caducità della vita umana. Anch'io sento nei vulcani qualcosa di sacro".
Di severa formazione alpinistica, di Gennaro ha ammirato dall'alto tanti criteri e tante zone incontaminate della terra con quel senso di rispetto per il Creato che il professore ha più volte sottolineato. Qualche rischio? “Devo ringraziare un indigeno che mi ha tratto in salvo mentre stavo fotografando un cratere: se non interveniva prontamente sarei rimasto incenerito!”. E' pericoloso il Vesuvio? “Per ora è tranquillo, in fase quiescente, ma fra 25 anni potrebbe fare un botto di nuovo perchè si sta gonfiando e attualmente solo un tappo alto un chilometro sta ostruisce lo scoppio. A rischio ci sono 600 mila persone che vivono sotto il Vulcano”. E l'Etna? “E' il più famoso d'Europa, si sfoga ogni due o tre anni. Si può osservare e studiare la lava che si presenta molto fluida”. Dei vulcani più lontani e inesplorati ha collezionato immagini suggestive con cui ha realizzato anche documentari apprezzati: “Pensate che pochi giorni fa hanno scoperto in Giappone una piattaforma vulcanica grande quanto l'Italia, 600 metri sotto il mare”, ha annunciato il vulcanofilo Onofrio, un ultraottantenne che dimostra ancora tanto desiderio di scoprire la bellezza del Creato.
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