Quel maso luogo dell’anima

Una storia d'amore e protezionismo raccontata da Giovanni Armani. Con alcune indicazioni per gli amministratori

Il disegno di copertina che ritrae un vecchio manufatto isolato in una vasta area collinare con sullo sfondo, montagne innevate è del pittore Aldo Arici. Con “Maso Sentinella non si arrende”, edito da Curcu&Genovese, lo scrittore autodidatta Giovanni Armani, già sindacalista e militante del Pci in Alto Garda, non finisce di stupire. E' infatti alla sua sesta fatica dopo “Flavia” (2004), “I due cugini (2005), “L'utopia di Ernesto (2007), “Il peccato di amare (2009) e “Ma chi era il nemico?(2011). Protagonisti di questo nuovo romanzo sono Tommaso, un ex alpino spedito a combattere durante la seconda guerra mondiale in Grecia e finito nei lager tedesci, sua moglie Irene, la figlia Carlotta e molte figure comprimarie di paese e di borgata coinvolte nel processo di modernizzazione della vallate trentine con i suoi alti e bassi, incorrendo inoltre in una serie di conseguenze negative che hanno stravolto la realtà locale.

“Scrittore operaio” – lo definisce Paolo Toniolatti in una scheda biografica – formato alla scuola esigente e una volta selettiva della vita di partito, che pone l'uomo al centro di tutto, che vede nella cultura operaia la presenza di valori liberi e umani, che avverte il pericolo della rimozione e fonde la memoria personale e quella collettiva. Il pensiero di Armani? “L'utopia di un mite manovale tra campi, fabbriche e lotte”. Il maso si contrappone agli agglomerati urbani invischiati in una corsa alla modernizzazione e al cambiamento anche attraverso il turismo, all'interno dei quali s'annidano mafia, malaffare e poteri forti, avventurieri e lupi fattori che mettono discordia nella stessa famiglia del protagonista intaccando i principi ideali in cui si è sempre creduto. Il paese, fa dire Armani in un bisticcio tra madre e figlio, è diventato “un agghiacciante ibrido che ha perso gran parte delle sue peculiari caratteristiche. Durante la stagione preda di un traffico tumultuoso e venefico, e fuori stagione triste , avvilente, lontanissimo dalla vitalità e dall'effervescenza d'un tempo. I suoi negozi sono la brutta copia di quanto si ritrova in città e i locali pubblici, pacchiani, fuori misura rispetto a quanto ci si ritrova attorno”. E ancora: “La montagna, poi, è stata ridotta a un intreccio senza soluzione di continuità di funi metalliche, piloni in acciaio e in cemento, cabine lunari, piste da sci che in estate si presentano come delle incipienti cicatrici che tagliano di netto prati e boschi, destando pena e malinconia”. Armani conduce una sua battaglia critica alla politica, denunciando deviazioni e compromessi. Nello stesso tempo conferma la sua fede nella democrazia partecipata e nel voto capace di mettere al bando “i volponi, che fino a poco tempo prima avevano dominato la scena e fatto il bello e cattivo tempo”, liberando “una nuova generazione di amministratori, consapevoli delle attese suscitate in paese e dell'esigenza di dare gambe alla democrazia, impegnandosi a coinvolgere in prima persona tutti i censiti ogniqualvolta si sarebbero dovuti assumere provvedimenti che avrebbero inciso sulle loro condizioni di vita”.

E' un'indicazione di rotta contro la fuga dalle responsabilità ed il recupero della partecipazione reale fra amministratori e censiti per il bene comune in una visione positiva della vita, definita da Roberto Bombarda nella prefazione una “nuova alba”, come confermano alcuni personaggi di Maso Sentinella che lo trasformano, idealmente da un luogo fisico in un posto dell'anima.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina