La politica degli estremi

Nel tentativo di catturare l’attenzione di un elettorato che non sembra scaldarsi molto la tecnica è sempre quella tradizionale: alzare i toni e sceneggiare il proprio ruolo. Grillo e Berlusconi sono i dominatori incontrastati di questo spettacolo, mentre Renzi, forte della sua posizione di capo del governo, sembra diventato più guardingo. Non che se ne stia zitto in un cantuccio, ma insomma ha abbandonato i toni di sfida continua che lo avevano caratterizzato.

Naturalmente gli eventi aiutano chi ama la sceneggiata. I recenti scandali, dal misterioso abbandono dell’Italia da parte di Dell’Utri, al clamoroso arresto dell’ex ministro Scajola, agli arresti per gli appalti per l’Expo di Milano, sono tutti ingredienti che non fanno altro che aumentare il disgusto della gente verso la politica. Soprattutto l’ultimo caso che ha coinvolto trasversalmente tanto imprese legate al centro-destra quanto cooperative legate al centro-sinistra sembra fatto apposta per trascinare tutti nello stesso fango.

Come spesso accade stiamo parlando di scandali che mettono sotto i riflettori fenomeni già conosciuti. Dell’Utri e Scajola non erano certo personaggi che non avessero più volte attirato l’attenzione su di loro. Che nel sistema degli appalti pubblici proliferasse un sottobosco di intermediari e di “facilitatori” era un segreto di Pulcinella. Certo non è facile distinguere nel marasma attuale chi ha reali contatti politico-affaristici e chi semplicemente li millanta: anzi il confine è così labile che gli accusatori ritengono tutto una prova della reale esistenza di corruttori, mentre gli accusati spesso si difendono dichiarando che chi li aveva tirati in causa semplicemente millantava.

Sta di fatto che andare ad una prova elettorale molto delicata come quella che ci si prospetta davanti circondati da questa giungla di informazioni che mirano ad aumentare la confusione non promette bene.

Berlusconi sembra stia puntando sempre più sull’appello populista. La sua promessa di dare a tutti una pensione minima di 800 euro (anzi quasi sicuramente aumentabili a 1000, aggiunge) è sorprendente solo se non si tiene conto che è una promessa che non costa nulla. Infatti è assolutamente improbabile che l’ex Cavaliere torni al governo e dunque che si verifichino le circostanze per cui gli si possa chiedere conto di una promessa non mantenuta. Anche se avesse un ottimo risultato elettorale rispetto ai pronostici, al governo non ci andrebbe, non fosse altro perché non è per il governo che si vota.

Ovvio che la sua pretesa di essere credibile, perché, così afferma lui, ha sempre mantenuto le promesse fatte dovrebbe suscitare l’ilarità, se solo venisse in mente quel che ne è stato delle sue rodomontate precedenti, ma la memoria della gente è breve, o almeno lo è quella dei suoi seguaci più tetragoni.

Diverso è il discorso per Beppe Grillo. Lui, se ci badate, non fa promesse su punti concreti, ma disegna nell’aria “scenari”: manda via Napolitano, azzera la politica, dà il salario di cittadinanza a tutti, ecc. Ha capito che il clima è favorevole, perché sognare un futuro idilliaco fa sopportare meglio la crisi esistente, per cui va pure in TV a vendere la sua droga leggera.

Anche in questo caso nessuno potrà chiedergli conto di promesse non mantenute, perché al momento buono ricorderà che non basta una vittoria alle europee per mutare gli equilibri politici; che comunque non ha la maggioranza bulgara richiesta; che i poteri forti sono ancora troppo forti per potere essere battuti, ecc. ecc. Quindi se non si è fatto nulla, non dipende da lui.

In questo contesto a trovarsi in difficoltà è proprio Renzi, perché qualsiasi promessa faccia gli si ritorcerebbe contro. Infatti lui viene percepito come un soggetto che ha i mezzi per fare quel che propone ed è continuamente sotto attacco da parte degli avversari che gli rimproverano di essere un parolaio che alle belle frasi non fa seguire i fatti. Il giudizio è ingeneroso e anche ingiusto, ma ha grande efficacia in questo momento. Perciò il presidente del consiglio si muove in un contesto più che difficile.

Se nonostante tutto il PD avesse una affermazione notevole, certo il suo leader diventerebbe davvero più forte e forse potrebbe osare un po’ di più, ma a ragion veduta. Per ora deve solo muoversi con cautela ed aspettare che si chiariscano i tempi.

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