Disagio psichico, la diocesi in campo

Il vicario generale scrive a tutti i parroci e segnala l'avvio di una nuova iniziativa per i malati e le famiglie

“Chiedo la vostra collaborazione – scrive il 13 maggio il vicario mons. Lauro Tisi a tutti i parroci e, con loro, a tutti i trentini – perché la sofferenza mentale è una realtà che spesso non si vuole vedere o non si riesce a riconoscere. Una solitudine senza nome e senza volto”. Nell'annunciare l'iniziativa concreta varata dalla Chiesa trentina – lo spazio d'ascolto (vedi sotto) aperto dal 20 maggio – attraverso il Gruppo diocesano di sostegno al disagio psichico formatosi quattro anni fa, mons. Tisi si accalora. Parla della difficoltà riscontrata nel farsi carico di questa sofferenza, di questo “dolore disabitato”, che oggi rappresenta una delle povertà della nostra terra e che tocca il giro delle nostre conoscenze o parentele. “Per queste persone non servono solo cure e assistenza – osserva don Lauro, che in passato ha operato in questa frontiera – ma è necessario un clima di accoglienza e comprensione”.

Ci spiega don Olivo Rocchetti, che coordina questa gruppo di volontari qualificati: “Nel lavoro di questi anni abbiamo colto i pregiudizi e la diffidenza con cui si guarda a questa realtà. Dalla ricognizione in alcune parrocchie di Trento e alcune realtà pastorali è emersa spesso l'incapacità di accorgersi della presenza questi malati e di migliorare il rapporto con loro e le famiglie”. Sono stati quindi ben definiti i tre obiettivi a cui mirare. Primo: minor solitudine per le persone con problemi psichiatrici e per le loro famiglie. Secondo: maggior diffusione nelle comunità cristiane di esperienze di gratuità e di dono. Terzo: maggior disponibilità delle comunità cristiane a farsi carico delle persone che vivono una sofferenza psichica.

Un'attenzione nuova dunque, che doveva dotarsi di risorse concrete. Ora sono pronti a “scendere in campo” una ventina di volontari che per offrire un aiuto qualificato nei mesi scorsi si sono preparati con un itinerario formativo(un altro simile corso si è tenuto a Rovereto con il Cedas della Caritas), ben articolato: le motivazioni e gli atteggiamenti con cui “farsi prossimo” dei malati psichici; la conoscenza approfondita delle forme più diffuse di disagio; le caratteristiche del servizio di ascolto per costruire relazioni positive. Alcuni di loro, assieme ad altri volontari già professionalizzati, garantiranno due volte in settimana la presenza allo “spazio d'ascolto” (ne parliamo a parte), mentre gli altri sosterranno iniziative sul territorio, come quelle già avviate a Mattarello e Cristo Re.

Il vicario generale tiene a sottolineare la collaborazione con gli altri soggetti sul territorio: “Il gruppo diocesano offrirà un servizio complementare all'ente pubblico – precisa il dott. Angelo Mercurio, lo psichiatra che da pensionato si dedica a supportare l'azione della diocesi – ma non certo sostitutivo.

A proposito, un ulteriore sorprendente annuncio di mons. Tisi: “Come Chiesa trentina stiamo definendo i passaggi necessari per mettere a disposizione delle attività del Servizio di salute mentale due canoniche dismesse, ricavandone dei locali per attività nel campo del disagio psichico”.

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