L’anima bella di don Nicolino

Se ne è andato in punta di piedi don Nicolino Zuliani, da un ventennio residente nella zona di Fiavé, scelta come “buen retiro” per motivi di salute. Un prete anomalo, perché molto autonomo ma rimasto nella memoria della gente che l'ha conosciuto come il prete degli ultimi.

Nato nel 1945 in Alta Carnia, rimasto orfano all'età di 7 anni con la sorella Anna Maia, attualmente residente in Canada, Nicolino viene accolto nella sua infanzia al collegio dei Verbiti di Vicenza, novello “Marcellino pane e vino”, come veniva chiamato allora dai confratelli.

A 11 anni entra nel seminario dei Verbiti, viene ordinato sacerdote nell'ordine secolare, frequentando gli ambienti ecclesiastici romani. Tanto che diventa amico del card. Ruini, cui intesta anche la sua casa acquistata a Fiavé venti anni fa.

Localmente diviene anche padre spirituale dell'APSP di Santa Croce di Bleggio. Era musicista autodidatta: e come tale ha lasciato un bel gruzzolo di musiche sacre, dalla “Danza Macabra” agli spirituals, che ora fanno parte del suo lascito curato da p. Giancarlo Girardi dei Verbiti.

Per l'ultimo saluto una comitiva di fedeli ha partecipato ai suoi funerali a Bassano del Grappa, città cui era molto legato per la sua infanzia e dove ha voluto essere sepolto.

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