Lento ritorno alla normalità

Una squadra della Protezione civile del Trentino equipaggiata con attrezzature per il pompaggio dell’acqua, partita il 31 maggio alla volta della Bosnia Erzegovina, è in azione nella cittadina di Bijeljina. "Siamo intervenuti con due pompe da 9000 litri al minuto ciascuna e con tubazioni di mandata con un diametro di 200 mm e lunghe ciascuna 500 metri" spiega il capo della Protezione civile trentina Roberto Bertoldi, appena rientrato dalla Bosnia. "Prosegue il lavoro, molto apprezzato dalla gente, effettuato con il camion autospurgo che aspira l'acqua da cantine e locali ancora allagati delle abitazioni, consentendo ai proprietari di iniziare le operazioni di pulizia. Pur nella difficoltà data dalla lingua, abbiamo stabilito un buon rapporto con la popolazione ed abbiamo aiuto dai cittadini stessi, che collaborano con noi. Anche la collaborazione con il personale delle Protezioni Civili di Friuli Venezia Giulia e Molise prosegue senza intoppi e con soddisfazione per tutte e tre le componenti che si aiutano vicendevolmente".

In Bosnia il personale della Provincia di Trento lavora in stretta collaborazione con le squadre della Protezione civile del Dipartimento nazionale e delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Molise.

In quella che è stata la peggior catastrofe umanitaria in Bosnia Erzegovina dalla fine della guerra, ritardi negli aiuti, allarmi ignorati e strumentalizzazioni hanno aggravato il bilancio delle alluvioni, denuncia il dossier dell'Osservatorio Balcani e Caucaso, che evidenzia la responsabilità delle istituzioni.

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