Una lotta tra squadre sudamericane ed europee

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La sfida calcistica per la conquista della Coppa del Mondo sarà, ancora una volta, una lotta a distanza tra squadre sudamericane ed europee. Da una parte le “solite” Brasile e Argentina, a cui anche per ragioni climatiche potrebbero aggiungersi altre squadre dello stesso continente, come la Colombia ma soprattutto l’Uruguay (ahinoi, sorteggiata nel girone dell’Italia, terza e ultima avversaria), già semifinalista, unica non europea, nell’edizione di quattro anni in Sudafrica: team da prendere con le pinze in quanto dotati di gruppi solidi e giocatori di talento. Dall’altra le “solite” Germania, Francia e Italia (gli azzurri sono pur sempre al secondo posto con quattro titoli, alle spalle del Brasile con cinque), ma soprattutto la Spagna, campione del mondo in carica – nell’edizione di Sudafrica 2010 ha vinto il suo primo e unico titolo – ma anche vincitrice dell’ultimo europeo. Mine vaganti del vecchio continente potrebbero essere il Belgio, probabilmente mai così forte in un mondiale, e l’Olanda, vicecampione del mondo quattro anni fa e costretta per la terza volta nella storia ad accontentarsi della piazza d’onore.

Alla fine, stringi stringi, i favori del pronostico sono sulle spalle di Brasile e Argentina, due nazionali infarcite di giovani talenti e giocatori di grande classe ed esperienza. Per inciso in Sudamerica sognano per l’appunto una finale tra queste due squadre, quasi un “replay” di quanto avvenne nel 1950 con la finale tra Brasile e Uruguay, con questi ultimi

capaci di vincere quella edizione della Coppa Rimet e dare ai “cugini” il dispiacere calcistico più grande della storia. Proprio i brasiliani ora ci riprovano, confidando anche nel fattore campo. Nella storia calcistica ci sono già riuscite cinque nazionali: l’Italia nell’edizione 1934 (ma non in quella del 1990), l’Inghilterra (nel 1966), la Germania Ovest nel 1974 (in quella del 2006 è stata battuta in semifinale dagli azzurri), l’Argentina nel 1978 e la Francia nel 1998 (ma non in quella del 1938). I verde-oro hanno vinto in quasi tutti i continenti: in Sudamerica per l’appunto (Cile 1962), in Centro America (Messico 1970, quando conquistarono definitivamente la Rimet), in Nord-America (Usa 1994), in Europa (Svezia 1958) e in Asia (Corea del Sud-Giappone nel 2002). L’Italia, facendo tutti gli scongiuri del caso, ha vinto tutti i suoi quattro titoli in Europa.

Tornando ai pronostici, la squadra europea più attrezzata rimane ancora la Spagna, ma vincere nell’arco di un quadriennio, due Mondiali e un Europeo, sarebbe un’impresa planetaria. Quasi spaziale. Ma gli iberici si candidano ad essere comunque protagonisti: a livello di club quest’anno la finale di Champions League ha proposto un derby delle due squadre di Madrid. La Germania non sempre essere il “panzer” di sempre (ma i tedeschi in fondo o quasi ci vanno quasi sempre), la Francia ha limiti evidenti. Attenzione, come detto alle emergenti Olanda e Belgio.

Abbastanza indecifrabile l’Italia, ma per la verità lo era anche in anni come il 1982 e il 2006 poi conclusi trionfalmente, o nel 1994 quando il sognò si spezzò solo ai calci di rigore. In compenso, come avvenuto nel 2010 con Marcello Lippi, la squadra campione del mondo in carica, riuscì a farsi eliminare da “carneadi”, o quasi, come Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Anche se il sinonimo di disastro calcistico italico ai mondiali si chiama Corea: quella del Nord nel 1966 e quella del Nord nel 2002, ci mandarono a casa anzitempo. Quest’anno la Corea del Sud è nel girone H, ma con Belgio, Algeria e Russia sembra avere le porte chiuse. Meglio così. 

Il c.t. Cesare Prandelli (secondo agli Europei 2012, terzo alla Confederations Cup la scorsa estate) ha sinora ottenuto risultati brillanti. Il gruppo azzurro è buono, ma l’Italia non fa parte del ristretto elenco dei favoriti, probabilmente un vantaggio come ha dimostrato la storia. L’impressione è che non sarà facile passare il primo turno: oltre all’Uruguay, le altre avversarie sono Inghilterra (avversaria al debutto alla mezzanotte in punto tra sabato 15 e domenica 16 giugno, in un match che potrebbe già essere decisivo) e Costa Rica. Se andrà bene, con un entusiasmo crescente, la strada potrebbe diventare più agevole. Se lo augura anche il popolo italiano, pronto a togliere dal cassetto bandiere e striscioni. Come a Spagna 1982 e Germania 2006. Voglia di notti magiche…

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