“Così noi giovani ci siamo attivati”

Nikola Trifunović e Aleksandar Pavlović hanno vissuto in prima persona le alluvioni che nelle scorse settimane hanno sconvolto diverse regioni nei Balcani. Ecco il loro racconto.

Nikola e Aleksandar, cos'è successo?

Nikola: È iniziato a maggio, ha piovuto e gli argini dei fiumi non hanno retto. Il disastro ha colpito Kraljevo, dove vivo, ed altre parti della Serbia. Circa 1.000 case della zona hanno subito danni; le persone stanno iniziando ora a tornare ma non è così sicuro. Tra il resto la zona è la stessa che era stata colpite dal terremoto quattro anni fa.

Come vi siete organizzati?

Nikola: Abbiamo provato a gestire le cose. All'inizio c'era bisogno di cibo e vestiti, ora c'è da riparare le case. Quando avevamo bisogno di qualcosa lo scrivevamo su Facebook e le persone venivano a portarcelo; abbiamo organizzato diversi punti di raccolta.

Quante persone vi hanno aiutato?

Nikola: Impossibile dirlo. Credo tutti quelli che non hanno subito danni dall'alluvione.

Aleksandar: Io vengo da Prijedor, in Bosnia. Là circa 5.000 case sono state colpite. Il lato positivo è che l'acqua non ha raggiunto il centro città, quindi lì funzionava tutto; i problemi erano nelle zone circostanti. Per tre giorni abbiamo pulito l'area, casa per casa; con noi c’erano 150 – 200 volontari e oltre a loro anche la Croce Rossa. Abbiamo ricevuto tanti aiuti dalle zone della Bosnia che non erano state colpite, ma anche da altri Paesi: Croazia, Slovenia, Turchia, Albania e anche da Trento. Tante persone hanno portato il loro aiuto, mi sono stupito.

In che senso?

Aleksandar: Credo che la situazione sia la stessa nei Balcani: i giovani non sono così attivi. Nelle città piccole come le nostre c'è sempre uno zoccolo duro che vuole aiutare, ma la maggior parte è inattiva. Con l'alluvione si sono mobilitati tutti. Il senso di unità era molto presente: non ce lo aspettavamo.

Nikola: Non ci aspettavamo tante cose, come l'aiuto delle forze armate croate. Fino a due anni fa sarebbe stato impossibile. Poi altre cose: a me è capitato di avere troppe casse di aiuti e di non riuscire a smaltirle. Ho chiesto via Facebook e si sono presentati in più di 50.

La prima emergenza è passata?

Nikola: Diciamo di sì, ma ora ci sono altri problemi. Bisogna riparare le case, perché non sono ambienti sani.

Aleksandar: In Bosnia ci sono alcune città dove la prima emergenza non è passata. Alcune zone non hanno ancora accesso all'acqua potabile, e di sicuro non ce lo avranno per un altro mese. Subito dopo bisognerà cercare mobili e vestiti. Ho contribuito alla pulizia, e posso dire che veramente nelle case non è rimasto niente, solo le pareti.

Il mondo politico come ha reagito?

Nikola: All'inizio abbiamo provato a collaborarci, ma non ha funzionato, così ci siamo arrangiati.

Aleksandar: Noi abbiamo avuto una specie di coordinamento con la nostra municipalità per la parte della pulizia. Ma il resto è stato fatto dai giovani. Tutto è stato portato avanti dalla gente comune.

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