Le note svelate

Dopo il riordino e l’inventariazione, l’archivio storico della Società Filarmonica di Trento si apre alla città

Un esempio preclaro e virtuoso quello che la Società Filarmonica di Trento si appresta a dare alla comunità trentina e non: è di questi giorni, infatti, la conclusione dell’ordinamento e della catalogazione dell’archivio storico della Società, che ora diventa consultabile non soltanto attraverso il Catalogo Bibliografico Trentino, ma fisicamente “sfogliabile” presso la sede di via Verdi. Che un ente privato abbia la consapevolezza dell’ordine e della fruibilità dei documenti che appartengono alle sue radici più remote è cosa rarissima. Se poi la storia di questo ente, che parte ufficialmente con lo Statuto del 1795, si intreccia strettamente con le vicende culturali, storiche e politiche della nostra città, la questione si fa davvero interessante.

La società di concerti nasce come circolo di appassionati che si ritrovano a “far musica” nelle case dei privati: soci non sono solo i musicisti che promuovono gli incontri, ma anche i nobili che li sostengono e i cittadini appassionati del settore. La “passione” per l’arte e la cultura è la cifra che da subito caratterizza questo magico circolo virtuoso: da un rapporto diretto con i musicisti, presto la gestione avrà a che fare con gli impresari e, ai giorni nostri, con le agenzie. Ma si allarga presto anche al settore della formazione e dell’insegnamento: il Liceo Musicale è gestito per un trentennio (a partire dal 1864) direttamente dal Comune di Trento presso la Sala della Tromba o a Palazzo Vecchio e di fatto è da considerare la prima agenzia di formazione musicale presente sul nostro territorio. Ma quando nel 1894 si dovrà decidere se destinare i fondi ai corsi musicali o alle feste vigiliane, non ci saranno dubbi nel finanziare i fuochi d’artificio! Ancora la passione dei singoli privati attraverso l’autotassazione e libere elargizioni porterà a costruire nel 1905 la “Casa della musica” che si affaccia su via Verdi, l’elegante palazzo con una grande sala da concerti, e tanto di organo, che darà la sede definitiva per far decollare la Società. Lo stesso Liceo continuerà la sua funzione fino agli Anni ’50 con i migliori insegnanti di musica provenienti da tutta Italia.

Con la Grande Guerra il palazzo venne occupato da una sezione dell’Intendenza Austriaca e tutti i documenti furono consegnati alla Biblioteca comunale. Vennero poi riconsegnati nel 1975 per interessamento dell’allora presidente, Dario Segatta, in occasione del 70° anniversario dell’inaugurazione della Sala stessa.

Quanto alla stagione concertistica, come una pianta rigogliosissima dalle radici profonde, si tratta ad oggi di una delle più quotate in Italia: la programmazione oculata e la direzione artistica hanno fatto della Società un vanto per i migliori musicisti presenti attualmente sulla piazza. Tutti i più importanti solisti o formazioni cameristiche sono passati per il palco della Sala dei concerti e le innumerevoli manifestazioni hanno contribuito senza pari a trasmettere il gusto per la buona musica a molte generazioni. La passione, ancora una volta, alimenta i membri che ad oggi sono chiamati a governare questo ente, a dargli un’anima, a gestire con responsabilità il peso culturale che assume nella città e nella provincia. Si tratta, è vero, di un’eredità straordinaria, e già uno storico del peso di Clemente Lunelli aveva cominciato nel 1992 l’opera di riorganizzazione dell’Archivio, consapevole che non doveva trattarsi solamente di ordinare programmini e manifesti di un’attività concertistica lunga più di 200 anni, ma di metter mano ad una documentazione eccezionale fatta di libri sociali, registri, bollettari, corrispondenza relativi all’attività concertistica, documentazione oggi consultabile da tutti grazie al lavoro lungo sei mesi delle archiviste Ornella Bolognese e Francesca Tecilla della Cooperativa Koiné, grazie alla Fondazione Caritro che ha sostenuto parte della spesa, ma soprattutto grazie al dinamismo del presidente Lorenzo Arnoldi e dell’anima vulcanica del direttore artistico Antonio Carlini. La valorizzazione dell’archivio storico è l’ultima perla (in ordine cronologico) che fa della Società Filarmonica un vero punto di riferimento nella vita musicale del capoluogo e della provincia intera: non solo per la stagione concertistica, ma anche per il sostegno dei giovani studiosi (con le borse di studio), per l’editoria, per l’avvicinamento alla musica per i più piccoli, ma anche l’invito all’ascolto per i più attempati, o la sala aperta per offrire ai giovani solisti un trampolino di lancio verso il concertismo di qualità.

E c’è da credere che con una tale passione la Società possa crescere ancora molto. Si tratta solo di attendere.

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