Trecento patriarchi

Tanti sono gli alberi “censiti” dall'associazione nazionale, ma una ricerca del 1991 descrive i 27 “monumenti vegetali del Trentino”

La scrittrice Susanna Tamaro, dopo aver visitato il giardino vescovile con le sue 36 specie arboree, spiegò in un'intervista a Vita Trentina che considerava gli alberi degli autentici testimoni: “Stando sempre fermi, vedono molte cose, avrebbero molto da raccontare…”.

La considerazione, che ha ispirato questo numero monografico, trova peraltro illustri precedenti nella storia, nella letteratura e anche nella stampa (anche “Vita Trentina” di Cesare Battisti pubblicava nel 1910 una rubrica dal titolo “I nostri boschi”), ma l'interesse più costante è quello storico naturalistico (Luigi Negrelli nel 1882 firmò un progetto per la salvaguardia dei boschi trentini). Esso può diventare anche una passione come dimostrano i soci dell'associazione nazionale “I patriarchi della natura” (il referente trentino è Paolo Odorizzi di Ronzone) che si è costituita nel 2006 per realizzare – tramite le segnalazioni di botanici e volontari in tutt'Italia – un archivio sulle piante secolari o di particolare interesse che comprende già 6 mila grandi alberi italiani. Secondo questa fonte, in Trentino i “patriarchi della natura” sarebbero attualmente 277 (di cui 10 in stato di grave degrado) diffusi in tutte le valli e gli ambienti: dal pino cembro del Passo Manghen dalla quercia Farnia di Malga Costa in val di Sella, dai platani di Mattarello ai tassodi di Castel Toblino.

Il richiamo escursionistico-turistico è ripreso anche da un volume recente di Silvia Vernaccini (“Meraviglie della natura”, edizioni ) , ma l'opera scientifica più completa è quella pubblicata ancora nel 1991 dall'Istituto Agrario di San Michele all'Adige (settore Foreste e Ambiente) a seguito di una serie di indagini realizzate in collaborazione con la Provincia. S'intitola “Monumenti vegetali nel Trentino” ed è curato dall'esperto Paolo Ambrosi che ha raccolto e poi descritto con opportune schede i 27 “monumenti vegetali” del Trentino. Li riportiamo nell'elenco (compresi i due che furono tagliati), che non vuole essere completo. Esso è però un invito ad andarli a cercare, a trovarne magari altri e soprattutto a rispettarli nella loro lunghissima vita. Per il botanico “rappresentano l'espressione più complessa ed evoluta del regno vegetale” con le loro varie forme, ritmi di accrescimento, attrattiva estetica e resistenza”, per il cittadino comune possono essere un testimone con cui continuare a dialogare.

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