Le “lingue piccole” da attualizzare

In Vallarsa una tavola rotonda sull'inclusione/esclusione delle identità etnico-linguistiche

Sul tema delle minoranze etno-linguistiche messe a rischio dalla modernità che spinge all’omologazione e dalla negligenza che lascia al loro destino tradizioni, usi e costumi diversi da quelli maggioritari, si è discusso in Vallarsa al Festival “Tra le rocce e il cielo”, un evento che ormai da alcuni anni vede protagoniste le voci delle comunità alpine e dei loro abitanti.

Nella giornata del Festival (che si è tenuto dal 21 al 24 agosto) dedicata alle lingue madri, i rappresentanti delle culture minoritarie dell’arco alpino (cimbri, mocheni, ladini, walser e occitani) si sono confrontati sul tema “Esclusione-integrazione: il fluttuare dell’identità lungo il corso dei secoli”. L’incontro è stato introdotto da Sieghard Gamper dell’Ufficio delle minoranze linguistiche della Regione Trentino Alto Adige/Suedtirol e moderato dall’antropologo Annibale Salsa che hanno voluto proporre il tema di inclusione/esclusione secondo l’ottica per cui le minoranze potrebbero essere portatrici di valori per l’integrazione sociale delle nuove minoranze.

Ogni rappresentante della comunità di minoranza ha fatto un resoconto della storia che ha caratterizzato la propria comunità, cercando di dare voce ai passi in avanti che sono stati fatti nel corso degli ultimi decenni grazie anche al riconoscimento legislativo delle minoranze. Nonostante gli anni più difficili sembrino passati, le difficoltà sono ancora molte e di varia natura. Se da un lato preoccupa la scarsità finanziaria, dall’altro sembra che le più grosse minacce vengano dalla scarsa considerazione delle “lingue piccole” come le definisce il poeta e scrittore cimbro Andrea Nicolussi Golo, presente all’incontro. Insieme a lui si sono unite le considerazioni di Vito Massalongo e Hugo-Daniel Stoffella sempre per i cimbri, Werner Pescosta per i ladini, Claudia Marchesoni per i mòcheni, Ines Cavalcanti per gli occitani e Beba Schranz per i walser. Ha concluso in qualità di studioso il sociologo Frèderic Spagnoli.

Dalle varie considerazioni è emerso che per permettere la trasmissione delle lingue di minoranza, in seguito ai cambiamenti sociali avvenuti nel corso degli ultimi decenni e a causa della scomparsa parziale del contesto tradizionale, sia oggi necessario integrare nuovi contesti e nuove modalità di trasmissione, più aderenti alla società attuale; come ha sottolineato l’Istituto Mòcheno, è necessario “attualizzare” la lingua per rispondere alle sfide moderne. Accanto alla terminologia di un tempo che non va dispersa, troveremo pertanto anche i neologismi; insieme al tradizionale libro stampato possono tenere vive queste “lingue piccole” anche internet e i social network.

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