Mafia e ‘ndrangheta, il sociale a Venezia

Alcuni fra i film italiani più attesi affrontano i temi della criminalità organizzata

Si è aperta mercoledì 27 agosto la Mostra del Cinema di Venezia che quest’anno omaggia in locandina I Quattrocento colpi di Truffaut. Forse un segnale di qualità; sicuramente un legame con il cinema d’autore del passato, per una mostra che a dar retta al suo direttore artistico Barbera si è annunciata “sorprendente”.

C’è molta attesa per i film in Concorso, a partire dalla terna dei film italiani. Il giovane favoloso di Mario Martone, è stato proiettato martedì 2 settembre ed ha emozionato sia il pubblico che la critica con la sua rilettura “napoletana” di Leopardi, interpretato da Elio Germano. Anche Francesco Munzi ha convinto la critica con il suo Anime Nere, ambientato a Africo, uno dei centri della ‘ndrangheta calabrese. Si attende ora Hungry Hearts di Saverio Costanzo tratto dal romanzo di Marco Franzoso Il bambino indaco.

Attesissimo in concorso anche un film che seppur non strettamente italiano in un certo senso lo è: Pasolini di Abel Ferrara interpretato da Willem Defoe. Il film viene proiettato giovedì 4 settembre e farà sicuramente discutere.

Veramente nutrito e strabiliante è invece il programma del “Fuori concorso”, citiamo solo alcuni tra i tanti titoli, registi e attori: Peter Bogdanovich che propone una raffinata commedia She’s funny that way, oppure il film Monglehorn di David Gordon Green che ha già portato sul red carpet del Lido una delle star più attese, Al Pacino; altra super star premiata quest’anno con il Personal Tribute to Visionary Talent è Frances McDormand che interpreta Olive Kitteridge l’insegnante in pensione bizzarra e filosofa, protagonista del celebre romanzo a racconti di Elizabeth Strout, la scrittrice del Maine che con i suoi romanzi tratteggia con sensibile realismo la società provinciale americana. Il film ha fatto il pieno di pubblico anche grazie al successo del libro.

Inoltre nel Fuori Concorso compaiono Amos Gitai, Joe Dante e tre italiani come Gabriele Salvatores con Italy in a day, David Ferrario con Le zuppe del demonio e infine Sabina Guzzanti con La trattativa, molto discussa ancor prima d’esser vista, sui rapporti tra Stato e mafia.

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