Pellegrinaggio di riconciliazione

Sabato 13 settembre il Papa al sacrario di Redipuglia. Nel centenario dello scoppio della Grande Guerra, il viaggio assume una valenza particolare in queste terre di confine. La preghiera per i caduti di tutte le guerre

Un punto luminoso a Nordest, in questo territorio che un tempo era periferia, confine di un mondo diviso in due e che oggi, invece, è il cuore dell’Europa. Sabato 13 settembre sarà questo Redipuglia, grazie alla visita di Papa Francesco al Sacrario militare che custodisce le spoglie di 100 mila soldati italiani morti nella Prima Guerra Mondiale. Una visita che arriva in un momento storico complesso in cui i venti di guerra soffiano drammaticamente in Medio Oriente, dall’Iraq alla Siria, e ora anche in Europa, con l’inasprirsi della crisi tra Ucraina e Russia. Un gesto che proprio in questo contesto e in occasione del centenario dell’inizio della Grande Guerra rappresenta l’ennesimo tassello nel mosaico di una pastorale per la Pace che il Santo Padre sta ostinatamente costruendo giorno per giorno.

«Papa Francesco – scrivono in un messaggio congiunto i Vescovi del Friuli-Venezia Giulia – viene a Redipuglia per pregare per i morti di tutte le guerre e a invocare il dono della pace per tutti i popoli. Il primo conflitto mondiale – definito da Papa Benedetto XV una inutile strage – ha mostrato in maniera particolarmente evidente la tragica inutilità del ricorso al conflitto armato e alla violenza per la soluzione di problemi sociali, economici e politici fra i popoli e le nazioni. La ricerca della giustizia e la promozione dell’autentico sviluppo sociale sono il frutto invece di cuori aperti al bene di un dialogo sincero e rispettoso volto a discernere il bene di tutti e di ciascuno nelle diverse condizioni storiche dei popoli e delle nazioni».

Un farsi pellegrino all’insegna della pace, quello del Santo Padre, proprio in un territorio ieri lacerato dai conflitti, ma che oggi invece grazie al dialogo e alla collaborazione è contraddistinto dalla convivenza e dalla fratellanza. Non a caso i Vescovi scrivono ancora: «Papa Francesco viene, pellegrino di riconciliazione e di pace nelle nostre terre di confine così fortemente segnate dalla violenza delle due guerre mondiali. La sua presenza ci inviterà a riconoscere che anche l’attuale legittimo desiderio dei popoli di pace, giustizia e sviluppo in ogni parte del mondo è legato all’esperienza della fede nella misericordia di Dio per l’umanità».

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