Tra leggenda e realtà

Mentre si pensa alla futura gestione del castello-giardino che sovrasta la borgata, si attendono i finanziamenti per l'ultimo lotto dei lavori, iniziati cinque anni fa. La storia “infinita” dei Ciucioi…

L'intera struttura che sovrasta Lavis dalle pendici del Doss Paion era stata acquistata dal Comune di Lavis ancora nel 2002, costo totale 180 milioni di lire. Del successivoprogetto per il recupero e la valorizzazione architettonica e paesaggistica di tutti i Ciucioi, si parla già dal 2006, da quando cioè i preliminari tecnici sono stati buttati su carta dal gruppo di lavoro incaricato dall'allora amministrazione comunale che aveva acquistato tutto il giardino-castello creato da Tommaso Bortolotti.

Il coordinamento del progetto – degli aspetti architettonici-paesaggistici-urbanistici e artistici – era stato curato dagli architetti trentini Loredana Ponticelli e Cesare Micheletti insieme a tutto il loro staff tecnico, con il Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale della Provincia, il coordinamento tecnico dell'UTC di Lavis e i collaboratori dello Studio A2 di Trento.

Cinque i lotti dei lavori che si sono quindi susseguiti negli anni passati con il primo intervento di protezione con reti paramassi (300 mila euro) e altri quattro appaltati per una spesa di 1,2 milioni. Ci sarebbe ora l'intervento finale per il quale occorrono complessivamente un altro milione e 650 mila euro: si tratta dei restauri finali dell'intero giardino, la realizzazione di una astanteria d'ingresso per il pubblico, impianti di illuminazione su tutti i camminamenti compresa l'illuminazione notturna fissa, il blocco dei servizi tecnici e logistici generali con una piccola aula didattica e libreria per i visitatori della struttura.

L'intervento comprende anche l'ultimazione di tutte le opere in verde, con piantumazioni esotiche, felci, azalee, gardenie e anche agrumi ornamentali, compresi alcuni alberi di banane da custodire nelle apposite serre. Sull'ultimo lotto è sopravvenuto però lo stop della Provincia e non è ancora quindi stato concesso il contributo finale.

In Municipio si parla già anche di gestione futura dell'intera struttura abbarbicata sulle pendici del Doss Paion. Quando i lavori saranno definitivamente conclusi si dovrà decidere cosa fare dei “Ciucioi”; ovvero, se rimarrà una “bella statuina” come nel passato, oppure se dovrà essere aperto regolarmente al pubblico e all'attività artistico-culturale prevista al suo interno. Si parla della creazione di una apposita cooperativa per la gestione, quindi anche per programmazioni e realizzazioni di iniziative; nell'aria anche un accordo ventilato e proposto persino con la Fondazione Mach di San Michele, specialista in materia.

Oltre al giardino romantico e il suo sovrastante castello incastonato nella roccia, ci sono ben tre torri collegate da un caratteristico porticato a grandi archi, il tutto realizzato con pietre faccia a vista, trasportate anche dal vicino torrente Avisio. La costruzione è sempre stata definita dai tecnici e dagli storici un misto tra il gotico e l'orientale, con numerosi frontoni, pinnacoli di forma strana, porte e finestre di varie fogge e un bel balcone – tipo belvedere – sorretto da colonne più o meno originali e artistiche. Tutt'intorno altri edifici, costruzioni minori e anche ampie serre rivolte al sole, un loggiato con archi, torri e relativi merli, il tutto sormontato da strani rosoni in calcestruzzo; e poi camminamenti con scalette interne e pertugi vari che ricreano un ambiente leggendario e surreale.

Insomma, non rimane che attendere la conclusione dei lavori, l'arrivo dei contributi per l'ultima trance e anche le decisioni dal Municipio lavisano. E a tutti, intanto, non rimane che sognare, la storia dei Ciucioi e quella del suo costruttore-ideatore Tommaso Bortolotti, nato a Lavis nel 1796, proprio il giorno che Napoleone lasciava il territorio lavisano, insalutato ospite.

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