“Istituto comprensivo, situazione temporanea”

È stato l'Istituto comprensivo della valle di Ledro l'ultima tappa del tour che ha portato mercoledì 10 settembre – in occasione delle visite di rito previste per l'inizio della scuola – il presidente della Provincia Ugo Rossi non solo a incontrare gli alunni, i docenti e il personale dei plessi di valle, ma anche a raccogliere l'invito avanzato dal Consiglio d'istituto e dalla giunta comunale allo scopo di affrontare faccia-a-faccia l'infuocata questione della reggenza didattica disposta da piazza Dante ancora un mese fa.

La formula del dirigente “a scavalco” su due istituzioni scolastiche non è infatti stata digerita dalla popolazione, che compatta si è schierata contro la decisione provinciale. Tant'è che più di una sono le iniziative intraprese al fine non solo di avere dei chiarimenti sulla scelta attuata da Rossi ma anche per cercare di riportare in valle la figura del dirigente scolastico unico e a tempo pieno.

È nelle mani della preside dell'Istituto comprensivo “Riva2”, Valentina Zanolla, che la Provincia ha infatti affidato la responsabilità della vita didattica di Ledro: scelta a quanto pare dettata da urgenze dovute a “non programmate dimissioni e trasferimenti” e della durata prevista di un solo anno, ma che fin da subito ha scatenato malumori. “Ci sentiamo amareggiati per una decisione presa senza il coinvolgimento pubblico”, osservano i membri del Consiglio d’istituto nonché i genitori dei 466 bambini iscritti alle scuole di valle, che hanno dato avvio anche ad una raccolta firme. “Per ovvi motivi logistici, il nostro Istituto non può essere unito ad altri, lontani 20 chilometri: il dirigente non potrebbe essere presente ogni giorno e questo comporterebbe una scarsa attenzione verso i problemi da affrontare, sia dal punto di vista amministrativo sia da quello del rapporto continuo con le famiglie, i ragazzi, le istituzioni”. Quindi il timore di un accorpamento. “Nel caso venissimo fusi con altri istituti perderemmo la nostra autonomia decisionale, con il rischio che tutto il lavoro fatto finora e la rete virtuosa creata vada a perdersi”.

Dello stesso avviso anche il Consiglio comunale, che ha fatto avere a Rossi una mozione approvata all’unanimità. “La comunità ledrense ha mostrato in non poche occasioni di sapersi amministrare con responsabilità, anche in chiave politica: la fusione dei sei Comuni ne è la prova tangibile”, si legge nel dispositivo. “Conosciamo bene quindi il valore dell’unità ma pensiamo che essa debba sempre fondarsi su motivazioni ragionevoli”. Infine le rassicurazioni di Rossi, che non hanno tuttavia convinto la popolazione. “Non abbiamo intenzione di andare ad intaccare le autonomie scolastiche così come non sono in ballo progetti di accorpamento”, ha detto il presidente della Provincia. “La situazione di Ledro è temporanea e la reggenza non deve essere vissuta come una manovra finalizzata ad altri scopi bensì come opportunità: questi mesi serviranno infatti agli istituti per i quali è stata adottata questa formula di maturare una preziosa esperienza, a vantaggio dell’intero sistema scolastico trentino”.

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