I pompieri, un mosaico vivente

A Trento due giorni di rievocazioni di 150 di storia

Il movimento dei vigili del fuoco volontari e permanenti del Trentino ha animato il capoluogo nell'ultimo fine settimana con un vasto programma di iniziative, tanto al centro che in periferia, per celebrare i 150 anni di storia di questa forza a difesa della collettività. Si è trattato di uno spettacolo che ha richiamato migliaia di persone lungo le vie dove i vari corpi hanno sfilato, nei luoghi dove sono stati allestiti campi base per le attività logistiche, per l'esposizione di macchine e tecnologie utilizzate nelle operazioni antincendio, di soccorso e di protezione civile e alla cittadella di “Pompieropoli” allestita per i più piccini a Trento al Muse e alle Albere.

Non sono mancate le occasioni per un confronto culturale sul tema della difesa dei cittadini e dei loro patrimoni alla luce delle più moderne tecnologie, dei provvedimenti e delle direttive in materia di sicurezza e nel contempo con le garanzie che la forza dei pompieri assicura a tutti da tempi immemorabili.

Quella dei vigili del fuoco, volontari soprattutto, è una realtà capillare, in continua espansione per l'emergere negli ultimi anni di tre variabili di assoluta novità: la costituzione di un organismo che include vigili del fuoco di complemento o onorari (fatto cioè di persone che hanno lasciato ruoli attivi nei corpi), l'ingresso operativo negli organici della componente femminile e infine l'istituzione dello straordinario vivaio di allievi che accorpa ormai più di 1200 ragazzi e adolescenti, molti dei quali, ben motivati, optano per questo servizio civico gratuito al raggiungimento del 18° anno. Volontari e permanenti interagiscono secondo procedure che prevedono il massimo rispetto delle rispettive competenze. La Scuola provinciale dell'antincendio rappresenta l'istituto di formazione teorica e addestrativa; l'appartenenza ai corpi il suggello di un'adesione civile e morale a principi di solidarietà che si spingono fino al rischio della vita in difesa dell'altro. Nei decenni è lungo l'elenco di vigili del fuoco morti nell'adempimento della loro attività. Vengono di solito ricordati in occasione della patrona Santa Barbara.

I rappresentanti istituzionali – il presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi, l'assessore di merito Tiziano Mellarini, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta – hanno espresso l'orgoglio della comunità per una presenza tra le più significative della storia del Trentino che rappresenta e rafforza un patrimonio di idealità a favore di tutti i cittadini. Con i VV.F. della vicina provincia di Bolzano rappresentano un modello per l'Italia che ha potuto apprezzarne l'impegno e la generosità in occasione di eventi catastrofici come i terremoti (Friuli, Irpinia, Emilia), alluvioni, nevicate o nell'attività di prevenzione di incendi estivi in Sardegna.

La matrice solidaristica cristiana dell'intero movimento è stata ricordata dal vescovo Luigi Bressan, alla messa in Cattedrale domenica 21 settembre.

“Voi cari vigili del fuoco, o pompieri – ha affermato – celebrate con giusto orgoglio i 150 anni di servizio alle comunità, di disponibilità a essere accanto a quanti sono provati, di difesa dell'ambiente di vita, soprattutto di quello boschivo, e del Creato nel suo insieme, di prevenzione di incendi in casa e fuori casa, di assistenza alle vittime di incidenti, congiungendo professionalità e sacrificio”. Per Bressan la costituzione dei corpi municipali ha segnato “un notevole progresso nella tessitura di una società solidale”. Ha infine espresso grande gioia per lo spirito di dedizione e di competenza generato e consolidato dalla fede cristiana. La conferma è venuta anche dalla gente comune, da un pubblico entusiasta che ha accompagnato le celebrazioni con simpatia e affetto nella certezza di poter contare sempre e in ogni evenienza su di loro: il che non è poco.

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