Il soffio che diventa materia

Venerdì 19 settembre l’arcivescovo mons. Luigi Bressan, mons. Lodovico Maule e don Marcello Farina hanno inaugurato la mostra di sculture (legni, terrecotte, maioliche, bronzi, marmi, sia a tutto tondo che a basso e alto rilievo, sia di soggetto sacro che laico) di don Marco Morelli, uno dei più significativi scultori attivi oggi in Trentino.

Interessato sin da bambino al fare artistico, Marco Morelli (1942) ha iniziato a scolpire come autodidatta coltivando poi nel corso della crescita e degli studi superiori ogni mezzo di formazione in ogni materiale. Diplomatosi al liceo classico, sacerdote dal 1967, si è laureato in filosofia all’università di Padova e per trentasette anni ha insegnato nei licei di Trento e Rovereto, prima Storia dell’arte e poi Storia e Filosofia. In parallelo ha sempre coltivato la scultura. Ha avuto la prima commissione pubblica nel 1973 e nel 1975 ha iniziato l’attività espositiva. Vanta circa ottocento opere presenti in chiese, banche, cimiteri, piazze e case private: una quantità e una varietà della quale il primo a dichiararsene stupito è stato l’arcivescovo. A suo carico vanta decine di mostre collettive e oltre venti personali.

Nella rinnovata Aula San Giovanni (l’ambiente sotto la sacrestia dei canonici così intimamente legato alle vicende storiche e architettoniche della cattedrale, con entrata dalla porticina di piazza Duomo) è stata allestita quella che si preannuncia essere solo una prima iniziativa di collegamento fra arte e fede voluta dal Capitolo. Nello specifico una mostra antologica che con circa cinquanta pezzi esemplifica i quaranta anni della poliedrica e spumeggiante attività artistica di Marco Morelli.

La gran parte delle opere si richiama direttamente al Vangelo di Giovanni, che in effetti è amato da Morelli quanto mai, come d’altronde anche la musica, il lavoro, l’intensità dei rapporti interpersonali, Michelangelo, la filosofia. Tali passioni vengono traslate nelle sue opere senza mai sostare sulle semplici forme fisiche delle persone e degli oggetti trattati ma traducendo nella materia ciò che in esse è soffio, bellezza, energia.

Scultore assai colto, Marco Morelli declina il figurativismo costante delle sue meditate sculture in tocchi espressionisti, astratti, addirittura informali dando vita a opere improntate ad una raffigurazione altamente trascendente, in raffinata simbiosi con la intensa dimensione di sacralità che si respira in quello che è il maggiore esempio di architettura sacra del Trentino.

Emerge qui palpabile quanto l’arte frutto di un lungo travaglio è gratuita e “inutile” quanto irrinunciabile. L’auspicio che mons. Maule ha rivolto ai presenti è immediato che si concretizzi in tutti noi: questa è una mostra che a chi la visita arricchisce il cuore.

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