“Ma che brutti tagli sulla terza età!”

I tagli della spesa pubblica si riflettono anche sulle associazioni di volontariato che vedono drasticamente ridursi i contributi degli enti pubblici convenzionati.

E' il caso di Auser, la benemerita associazione che con i propri volontari si occupa in Trentino di persone avanti nell'età, sole, con acciacchi personali invalidanti, bisognose di assistenza di cura e soprattutto di calore umano. Si tratta di un piccolo esercito di donne e uomini, circa 500, che abitano nel capoluogo ai quali fa da supporto una cinquantina di volontari che provvede quotidianamente alla loro assistenza, fatta di cose solo apparentemente banali come l'accompagnamento al supermercato per la spesa, la raccolta delle provette per gli esami clinici, il trasporto ai centri di riabilitazione o alle strutture sanitarie per controlli medici, a fare due passi per sgranchire le gambe o anche per la semplice compagnia in casa con quattro chiacchiere, la pulizia dell'ambiente o una partita a carte.

Auser è un'associazione nata a Roma nel 1989 per iniziativa del sindacato dei pensionati italiani (Spi), emanazione della CGIL, che ha messo radici in Trentino nel 1990, dapprima nel capoluogo e poi a Pergine, Alto Garda, Tione e Rovereto. Nella città della Quercia ha chiuso i battenti recentemente per problemi interni dovuti al venir meno di volontari. L'organizzazione vanta un presidente regionale, Vittorio Alidori. La sezione di Trento invece è presieduta da Alberto Iseppi. Ha i propri uffici in Via Veneto in un alloggio del Comune versando una quota mensile per l'affitto.

Conta 300 soci che pagano una cifra simbolica di 11 euro per la tessera annuale che dà accesso anche ad alcune prestazioni con sconto da parte di strutture private pure convenzionate. Per le proprie attività di gestione e di servizio il bilancio si attesta sui 26 mila euro, dei quali fino a un anno fa 13 mila erogati dal Comune di Trento e 4 mila dalla Provincia, quale pubblico riconoscimento del ruolo sociale svolto verso una fetta della popolazione costretta a vivere in uno stato di grave indigenza, tuttavia relativamente autosufficiente. La drastica riduzione di circa il 60% del finanziamento comunale sta ponendo seri problemi per la continuità delle prestazioni che vanno ad incidere sulle spese vive dei volontari che fanno uso dei mezzi personali per gli accompagnamenti. A fine agosto 2014 erano già stati superati abbondantemente 21 mila chilometri. Per il presidente Iseppi la casse dell'associazione sono pressoché asciutte tanto da indurre il direttivo a sollecitare la solidarietà di altri gruppi associativi con i quali Auser lavora in sinergia per garantire l'espletamento dei servizi giornalieri in vigore. La legge dei birilli vale tanto per la caduta che per il loro riassetto. Ma il piatto piange per tutti. La crisi economica complessiva ha i suoi effetti soprattutto sulla fascia di popolazione assistita, con pensioni minime, che non può permettersi quasi nulla in più rispetto dell'essenziale, entità sempre difficile da stabilire comunque, per il suo variare da persona a persona, da caso a caso. Si è diradato di molto anche il sostegno di qualche ente benefico e la solidarietà dei cittadini, non tanto per una scarsità di attenzione a questi problemi, ma per le condizioni economiche che costringono tutti, o quasi, al massimo risparmio.

Lungo uno dei tragitti, seguiti dai volontari, quello che porta al Centro di riabilitazione Franca Martini, ci si imbatte negli stessi problemi. Per la spending review pure questa struttura si è vista decurtata del 6% di finanziamenti pubblici e costretta a rivedere bilanci e servizi – conferma il direttore Roberto Grasselli. Anche in questo caso sono messi a dura prova i vari comparti operativi, la tenuta degli organici con una cinquantina di operatori occupati nella struttura di via Taramelli, nelle sedi di di Via Degasperi che si occupano di iniziative socio-culturali per adulti e per soggetti dell'età evolutiva(300 bambini seguiti all'anno) e le Comunità alloggio di Via del Suffragio, dove è ospitata una decina di utenti gravi. Complessivamente le persone che si avvalgono di queste strutture sono 700. Sia il progetto di Auser che della Martini va ben oltre la semplice prestazione per guardare a fondo nei bisogni delle persone assistite, ricercando risposte conseguentemente individuali e di gruppo con il coinvolgimento delle famiglie o di qualche familiare superstite per i più anziani. La totale solitudine degli associati è però una delle connotazioni della maggior parte degli assistiti da Auser.

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