“Saper ascoltare”

All'antica massima “saper ascoltare”, nel suo indirizzo di benvenuto ai componenti dell'assemblea sinodale che si sta svolgendo in Vaticano ed alle espressioni di gratitudine per il grande lavoro portato avanti per un anno dai più stretti collaboratori, Papa Francesco ha aggiunto una parolina rivoluzionaria, “umiltà”, circa l'atteggiamento da tenere da quanti si pongono in simile posizione. “Si deve ascoltare – ha dichiarato testualmente – con umiltà”. Si tratta di una raccomandazione, di una massima che si fa principio comportamentale, rivolta a vescovi, religiosi e laici, giunti da tutto il mondo per parlare di famiglia, preceduti da una ventata globale di proposte, riflessioni, valutazioni critiche ed anche da qualche contestazione.

La procedura messa in atto per espressa decisione del Papa, del coinvolgimento di tutte le realtà ecclesiali mediante una serie di interrogativi inseriti in un corposo questionario a domande aperte, ha di fatto innescato una grandissima partecipazione al dibattito sui temi suggeriti, tutti di grande attualità. Accanto alle migliaia di questionari compilati, agli uffici centrali di segreteria sono giunti anche corposi documenti delle Conferenze episcopali nazionali e di vari organismi clericali e laici, riassunti in un documento definito “Instrumentum Laboris”, che rappresenta la traccia per la discussione. Ma nei confronti dei padri sinodali chiamati per una decina di giorni a discutere e confrontarsi, suddivisi in gruppi detti “congregazioni”, Francesco ha dato la dritta, sgombrando il campo da equivoci e pregiudizi, al momento del via del dibattito che comunque non si esaurirà nelle due settimane programmate. La conclusione vera e propria del Sinodo è infatti rinviata all'ottobre del prossimo anno. “Una condizione di base è questa – ha dichiarato, soppesando le parole e indirizzando lo sguardo sull'assemblea con una breve sospensione della lettura del testo -: 'parlare chiaro'. Nessuno dica: Questo non si può dire; penserà di me così e così… Bisogna dire tutto con parresia (con franchezza, con libertà di parola, ndr) e ascoltare con umiltà”. “Bisogna dire tutto quello che nel Signore si sente di dover dire: senza rispetto umano, senza pavidità. E al tempo stesso, si deve ascoltare con umiltà e accogliere con cuore aperto quello che dicono i fratelli”. “Con questi due atteggiamenti si esercita la sinodalità”, ovvero il camminare insieme.

Se l'ammonimento riesce a varcare le mura vaticane si presta a diventare un principio rivoluzionario, oltre che nella vita ecclesiale, nella vita politica, in quella sociale ed anche familiare. Nel suo discorso Francesco lo ha ripetuto tre volte: “parlare con parresia e ascoltare con umiltà”, quale regola indiscutibile del camminare insieme e conseguentemente anche di qualsiasi forma di accompagnamento dell'altro. Per ora è importante l'osservanza, o meglio la favorevole accoglienza da parte dei padri sinodali ai quali Papa Francesco suggerisce pure le caratteristiche circa la disponibilità d'animo da tenere: “E fatelo con tanta tranquillità e pace”, perché si lascia sfuggire quasi a mo' di battuta “la presenza del Papa è garanzia per tutti e custodia della fede”.

I lavori procedono a pieno ritmo. Non si parla solo di famiglia, ma anche di questioni collaterali come il clericalismo, rifiutato energicamente con una denuncia nei confronti di una Chiesa che sembra più preoccupata del “potere che del servizio” che la pone nella condizione di “non ispirare i cuori degli uomini”, di una riforma della Chiesa che deve passare anche per la riforma del clero, “perché se i fedeli vedono pastori che imitano Cristo, allora torneranno ad avvicinarsi alla Chiesa”, del clero sposato delle Chiese orientali che vive spesso in contesti di “crisi familiari”. Il Sinodo si è fatto inoltre promotore di un messaggio di incoraggiamento e stima alle famiglie in Iraq, minacciate dallo sterminio perpetrato dal fanatismo islamico e costrette a fuggire per non rinunciare alla loro fede. Ha manifestato forti preoccupazioni per le notizie dell'ultima ora riguardanti il rapimento in Siria di un frate francescano siriano, fra Hanna Jallov di 62 anni, e di una ventina di ostaggi cristiani, effettuato da uomini armati vicini al movimento jihadista Jahbat Al-Nusra che hanno saccheggiato villaggio e conventi. Ai padri sinodali è giunta con la conferma della visita del Papa al Parlamento europeo, il prossimo 25 novembre, anche la notizia di un secondo viaggio in Francia nel 2015 come dire: non c'è solo il Sinodo cui guardare.

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