Pronti a partire per le periferie

Da tutte le valli del Trentino per pregare in Cattedrale contro terrorismo e guerre pseudoreligiose

Mentre in piazza San Pietro nella serata di sabato 4 ottobre migliaia di persone si sono strette intorno al Papa e ai padri sinodali per un incontro di preghiera in vista dell'Assemblea straordinaria del Sinodo sul tema della famiglia, a Trento si è svolta la tradizionale Veglia missionaria diocesana. I contenuti dell'una e dell'altra celebrazione hanno finito così per sovrapporsi alternando momenti di preghiera e riflessione a testimonianze di vita familiare e di impegno in terra di missione.

All'evento sinodale si è richiamato il vescovo Luigi Bressan nell'omelia della messa concelebrata con il vescovo missionario trentino in Brasile, Mariano Manzana, e un folto gruppo si sacerdoti e religiosi tra i quali 14 missionari in partenza per località di lavoro pastorale nei cinque continenti. A tutti è stato ri-consegnato il Crocifisso quale simbolo del mandato da testimoni del vangelo in terre lontane. Per molti si è trattato della conferma di un impegno assunto già da molti anni e della testimonianza di vita spesa nelle “periferie” del mondo fra gli “scarti” della società per parafrasare concetti cari a Francesco.

Due le testimonianze ascoltate e applaudite: quella di suor Pierina Carli che opera in Sud Sudan e di un giovane studente, Federico Uez, che ha trascorso le vacanze in Uganda nella diocesi di mons. Filippi nell'ambito di un progetto del Centro missionario, un'occasione che ha definito unica, per aprire gli occhi e scoprire la gioia della fede fra gli ultimi. Fra gli argomenti di attualità Bressan ha ricordato i migranti, molti dei quali deceduti nei vani tentativi di allontanarsi dalle loro case in cerca di una meta migliore via terra e via mare. Dall'inizio del 2014 nel mondo almeno 4.077 persone hanno perso la vita sulla via di fuga. Tre quarti di queste persone, ossia 3.072, sono morte nel Mediterraneo, secondo l'Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) che definisce l'Europa “la destinazione più pericolosa del mondo per la migrazione irregolare”, con 22 mila morti dal 2000, nella maggior parte dei casi nei pericolosi viaggi nel Mediterraneo. Altro nucleo di drammatici problemi evidenziato è quello del terrorismo e delle stragi in guerre e conflitti in atto in diversi Paesi del Medio Oriente e Africa. La pace, ha detto Bressan, non è il frutto di un equilibrio di poteri, ma piuttosto il risultato di una vera giustizia a ogni livello, e, soprattutto è responsabilità condivisa di individui, istituzioni civili e Governi. Si tratta di un principio ricordato qualche ora prima anche dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, nell'intervento all'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York, ribadendo che occorre costruire le risposte internazionali alle crisi di quest'epoca, a partire dalla sfida del terroristi del cosiddetto Stato islamico (Is), oggi in atto in Iraq e in Siria, alla quale occorre rispondere in modo multilaterale nella cornice della legalità internazionale.

La veglia, che si è svolta nella parte iniziale nella Chiesa di San Francesco Saverio, ha avuto per protagonisti i ragazzi della parrocchia di Povo. Queste “periferie”, è stato spiegato dal lettore-guida dell'evento, sono realtà piene “di sete di Dio, di bisogno di Dio, piene dell'amore con cui Dio le ama”. I giovanissimi allievi parrocchiali hanno deposto sull'altare alcuni simboli della missionarietà: il bastone, i calzari, la capanna della Natività ed una carrozzina vuota, per ricordare la disabilità, la sofferenza, la Croce, ma anche la solidarietà e la condivisione del cristiano per qualsiasi tipo di fragilità umana. Il gruppo corale giovanile di Montesover ha eseguito i canti rituali. Durante il rito processionale, da San Francesco al Duomo, nel cuore di Trento, interpretato come cammino dei popoli migranti valutati in 250 milioni al mondlo, sono stati letti resoconti di cronaca e brani, espressione del grido di aiuto proveniente da alcune parti del pianeta, in particolare dalla Libia, Iraq, Corea, Centrafrica e Colombia, e di condanna anche da parte dei responsabili religiosi musulmani dei crimini commessi contro le minoranze religiose dagli jihadisti con i massacri di persone, decapitazioni, crocifissioni e impiccagioni, conversioni coatte, espulsioni forzate e sequestro di beni, rapimenti, tratta, infibulazione, saccheggio e distruzione dei luoghi di culto e dei simboli religiosi e culturali, e terrorismo generalizzato.

La Messa è stata preceduta dal passaggio di mano dei Vangeli fra i fedeli convenuti. Una veglia di preghiera molto partecipata, risultata anche un segno di speranza e di accompagnamento per quanti stavano per partire in missione, da parte dei componenti dei gruppi missionari di tutto il Trentino in comunione con quanti, in piazza San Pietro, ascoltavano le parole di Papa Francesco, sollecitati ad adeguare “il proprio passo sul terreno delle sfide contemporanee, assumendo il modo di pensare, di vivere e di relazionarsi di Gesù Cristo”.

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