“Cantiamo la vita”

SOMMARIO: “I Musici cantori” di Cognola: un coro che unisce tradizione e costante ricerca

Ci vuole passione. Tanta. L'appuntamento è a Cognola tutte le settimane. Una o due volte, a seconda della prossimità ai concerti. E non solo cittadini di collina, ma da ogni angolo del Trentino: Rovereto, piana rotaliana, pinetano. Uno addirittura scende da Imer. Sono i 24 coristi de “I Musici Cantori”, formazione corale quasi quarantennale, matrice parrocchiale “cognolota” di fine anni Settanta ed evoluzione in senso “laico” come una delle formazioni polifoniche più interessanti del panorama locale.

A guidarne le sorti vi sono oggi la grintosa presidente Daniela Carloni e il suo direttore Mattia Culmone, ventottenne talento musicale roveretano che a dispetto della giovane età vanta una solidissima formazione, con un triplice diploma: pianoforte, direzione di coro e composizione. Tre traguardi, come i cori che dirige per professione: “I Musici”, appunto, ma anche il “Rigo Verticale” di Mezzocorona (polifonia classica) e pure il “Monte Stivo” di Ronzo Chienis, noto ensemble di canto della montagna, ”che tuttavia – sottolinea Culmone – sto cercando di far appassionare anche ad altro repertorio”

L'affiatato ed entusiasta due al timone de “I Musici” arriva a radio Trentino inBlu per “lanciare” il prossimo concerto cittadino a sfondo solidale (vedo riquadro). E' l'occasione per riflettere a microfoni aperti sulle prospettive di un coro con un denso passato e soprattutto tante sfide all'orizzonte. Una, ad esempio, il tentativo di maturare, accanto ad una tecnica vocale sempre più raffinata (“Mi riferisco – spiega il maestro Culmone – alla gestione del respiro, al rispetto delle sezioni, all'armonia del fraseggio”) anche una maggiore consapevolezza dell'importanza di non affidare alla musica un ruolo parallelo alla vita, ma di integrarla sempre più nel vissuto dei coristi e di coloro che vengono ad ascoltare i loro concerti. Come? Anzitutto pescando non solo in un repertorio di brani tradizionali noti al grande pubblico, di approccio immediato nell'esecuzione e nell'ascolto (tentazione ricorrente per tutte gli ensemble) ma avventurandosi nel confezionare scalette un po' più ricercate ed intriganti, animate da veri percorsi tematici che toccano la vita di tutti, fra alti e bassi. “Come il viaggio fra luci e ombre che caratterizza il nuovo concerto”, rimarca il direttore Culmone. “Autori contemporanei – esemplifica – come Duruflé, Lauridsen, Rutter, supportati da testi sacri ma non necessariamente liturgici, ci aiutano ad esempio a descrivere le ombre della tentazione del demonio, accostandole a brani che aprono alla speranza”. L'esempio ”luminoso”, spetta alla presidente Carloni: “Lui non citerà mai se stesso, ma ci tengo a ricordare la splendida 'Ave Maria' composta dal nostro direttore Mattia, oppure il canto africano Syahamba con cui concludiamo i nostri concerti, rimettendoci, tutti noi coristi, letteralmente in cammino”. Una piccola “lezione” di vita in musica. E un esempio virtuoso di entusiasmo collettivo, in tempo di crisi diffusa del senso di partecipazione.

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