È partita la protonterapia

Mercoledì 22 il primo trattamento, manca solo l'inserimento tra i Lea

Incassate le autorizzazioni ministeriali dopo aver superato i test sui macchinari e sui dosaggi, il Centro di Protonterapia di via al Desert a Trento Sud non ha perso tempo. Nella mattinata di mercoledì 22 si è conclusa la prima seduta a fasci di protoni su un paziente oncologico sotto osservazione da tempo, mentre un’altra trentina di casi sono in attesa di capire se potranno sottoporsi al trattamento. “Naturalmente è ancora impossibile fare una valutazione dal punto di vista clinico – spiega ai microfoni di radio trentino inBlu il dirigente della struttura, dott. Maurizio Amichetti -, il trattamento è fatto da una serie di sedute che durano circa un mese. Ma importante per noi era dimostrare che tecnologicamente siamo in grado di proporre il trattamento in sicurezza e qualità”.

La Protonterapia – unico Centro in Italia, 104 milioni il costo per realizzarlo – servirà a curare con più efficacia in particolare i tumori radiosensibili cerebrali e al midollo spinale e molte neoplasie infantili. Si tratta di una forma di radioterapia molto avanzata, in grado di concentrarsi con estrema precisione sul volume bersaglio da irradiare, risparmiando tutti i tessuti sani circostanti: un trattamento di precisione che riduce le tossicità che sopportano i pazienti che sono sottoposti a trattamenti oncologici tradizionali. “Per questo – spiega Amichetti – è molto indicata per i tumori pediatrici. Ovviamente la protonterapia non può servire per qualsiasi cosa, i casi vanno selezionati, e non sostituisce la radioterapia ma la completa e la migliora”.

I trattamenti non sono ancora stati inseriti nel circuito nazionale dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), quindi il servizio è rimborsato solamente a chi ha la residenza in Trentino da 3 anni. “Questo è un problema, non possiamo nasconderlo. Provincia di Trento e Azienda sanitaria stanno lavorando per trovare soluzioni a livello ministeriale. Qualsiasi paziente, comunque, anche proveniente da fuori Provincia, se è in possesso dell'autorizzazione sanitaria della sua azienda può sottoporsi al trattamento senza nessuna compartecipazione alla spesa”. La delibera provinciale fissa il costo di un trattamento standard sui 24 mila euro: “un prezzo più che congruo se si pensa che negli Stati Uniti può costare più di 100 mila dollari”.

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