Francesco al Festival?

Papa Francesco sarebbe il graditissimo ospite al Festival dell'Economia di Trento che si svolgerà dal 29 maggio al 2 giugno prossimi, evento che nel 2015 festeggia la decima edizione. Il “pio” desiderio è stato espresso con molta discrezione in occasione dell'incontro del Comitato promotore ed organizzatore sia per dare lustro alla manifestazione, ma soprattutto per rafforzare di contenuti il tema proposto per la prossima edizione su “L'economia reale”, ovvero sull'aderenza delle scelte in campo economico con le specifiche realtà in sofferenza a causa della crisi globale, delle ingiustizie sociali, i poteri forti, la povertà dell'iniziativa politica, i conflitti e i condizionamenti climatici, in molte parti del mondo. L'internazionalizzazione del Festival è ormai un dato assodato, nonostante talune voci critiche registrate sin dalla sua nascita e che ogni anno emergono con ripetitività, nonostante il grande interesse che ruota intorno alla kermesse culturale, nonostante la presenza di prestigiose personalità del campo scientifico, di tutte le categorie sociali, Nobel, capi di Stato, uomini politici di tutte le appartenenze e soprattutto di giovani che rappresentano la maggioranza della platea. Ogni anno è un balzo in avanti con nuove prospettive di pensiero, operative e utopiche.

La comunità ecclesiale ha sempre seguito con grande attenzione i vari appuntamenti. Molti aspetti delle tematiche, negli ultimi anni sono rimbalzati anche negli incontri dei missionari trentini “Sulle rotte del mondo” dove sono stati trattati non solo problemi religiosi, ma anche socio-politici ed economici con precise denunce a nome e per conto delle popolazioni povere del Sud del Mondo. Basterebbe poi citare le esperienze in campo cooperativo, fra i soggetti interlocutori, in quello produttivo con l'”Economia di comunione”, lanciata dal Movimento dei Focolari di Chiara Lubich, di cui la Chiesa si è sempre fatta garante sin dal loro decollo. È certo – sottolinea il vescovo Luigi Bressan – che come il Festival ha superato le barriere regionali e nazionali così possa essere motivo di attenzione anche all'interno delle mura vaticane. Circa un'auspicata presenza del Papa nessuna preclusione aprioristica, dunque, anche perché di fronte a Francesco il “mai dire mai” è un imperativo categorico, viste le continue sorprese in fatto di presenze e viaggi. Sono scelte tuttavia che passano attraverso procedure e canali diplomatici non semplici.

Per adesso restano le indicazioni di rotta in campo economico di Jorge Mario Bergoglio, che sembra voler rompere gli argini dei benpensanti e di un pensiero economico assoluto e consolidato, rilanciando il protagonismo degli ultimi, la cultura dell'incontro, dichiarando che l'amore per i poveri è al centro del Vangelo. Non ha usato giri di parole al convegno con i rappresentanti di movimenti popolari, di un'ottantina di Paesi, convenuti in Vaticano per un summit mondiale nel denunciare la cultura dello scarto, la fame come crimine e nel sollecitare l'impegno per la pace e la tutela del creato. “Se parlo di queste cose – ha dichiarato con una punta di ironia – il Papa è comunista”, ma l'esigere terra, casa e lavoro, “diritti sacri”, “è la dottrina sociale della Chiesa” che mette al primo posto la tutela dell'uomo. “Dobbiamo rimettere la dignità umana al centro e su quel pilastro – dice – vanno costruite le strutture sociali alternative di cui abbiamo bisogno. Va fatto con coraggio, ma anche con intelligenza. Con tenacia, ma senza fanatismo. Con passione, ma senza violenza”. “Sto ripetendo cose che ho detto e che stanno nella 'Gaudium et spes'”. Per il Festival basterebbe (e ciò costituirebbe un'autentica novità) un'attenta lettura e riflessione sulla prima Esortazione apostolica di Papa Bergoglio nei cui contenuti si avverte, tra l'altro, l'esperienza vissuta nel contatto vivo con la gente argentina e sudamericana, rimarcata nel recentissimo incontro vaticano, quando si è schierato apertamente a fianco della “lotta” di un lungo elenco di persone e gruppi privi di qualsiasi tutela sul lavoro. “Ogni lavoratore, – questa la piattaforma sindacale del Papa – faccia parte o meno del sistema formale del lavoro stipendiato, ha diritto a una remunerazione, degna, alla sicurezza sociale, e a una copertura pensionistica”. Ne ha per tutti anche in fatto di pace ed ecologia: “Il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, la deforestazione stanno già dimostrando i loro effetti devastanti nelle grandi catastrofi cui assistiamo”. “Il creato non è una proprietà di cui possiamo disporre a nostro piacere, e ancor meno è una proprietà solo di alcuni, di pochi”. “È un dono meraviglioso di Dio” da utilizzare e curare con “rispetto e gratitudine”.

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