Muro contro muri

Risale alla notte del 9 novembre 1989 il crollo della Cortina fra Est e Ovest con lo sgretolamento e la conseguente caduta del muro di Berlino, metropoli che per 28 anni è rimasta divisa in due, ovvero dal 13 agosto 1961 fino alla fine dell'impero sovietico e al fallimento del comunismo.

Merito anche, – si disse allora e lo si conferna tutt'oggi – del Papa polacco, Giovanni Paolo II, ora santo. Si è trattato di una svolta storica. L'Europa negli anni successivi ha provveduto ad abbattere altri muri costituiti dalle barriere confinarie di Paesi entrati nella Ue. Muri in cemento armato sono stati eretti nel frattempo altrove, basti pensare al massiccio manufatto interposto fra Israele e Palestina a quello fra Usa e Messico.

Altre barriere “morali” rappresentano forme di deterrenza politica, ideologica, economica e religiosa contrastata con l'uso delle armi. “Il mondo è in guerra per parti”, – ha dichiarato ripetutamente Papa Francesco, parlando di “terzo conflitto mondiale in atto”. Se si guarda ai lanci delle agenzie di stampa su quanto sta accadendo in Iraq, Siria, Messico, Nigeria, Congo, Sudan, Pakistan, Mediterraneo, Iran per citare alcuni paesi in conflitto, aperto o latente, per la ferocia delle esecuzioni e dei crimini, la parola “mattatoio” sembra sopraffare ogni altro termine di riferimento.

Non c'è un muro fra Ucraina e Russia. Eppure i morti, qualche migliaio senza contare i feriti e i profughi, nei recenti scontri fra ucraini e il fronte ribelle separatista dei filorussi, appoggiato da Putin, hanno fatto dimenticare le vittime del muro di Berlino e rinviano, quanto a preoccupazione, riflessione e ipotesi di prospettiva, alle contrapposizioni fra Est e Ovest come all'epoca della Cortina di ferro, in una situazione comunque sostanzialmente cambiata in questi 25 anni.

Le elezioni locali di domenica scorsa nel sudest separatista dell'Ucraina sono state giudicate anche dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, controproducenti rispetto al processo di pace auspicato un po' da tutti. Come evolverà è tutto da vedere. E' silenzio, purtroppo, intorno alle iniziative del ministro agli Esteri Ue, l'italiana Federica Mogherini che in un primo tempo aveva consentito di “sognare”. Finora il fiume di gas che arriva in Europa attraverso le condotte che passano nell'area in cui si è continuato a sparare per settimane non ha mai cessato di scorrere, dimostrando una situazione ingessata almeno sottoterra. L'uomo-dio distrugge la Terra e affama i poveri – ha dichiarato Papa Francesco al Cimitero romano del Verano dove si ricordavano i morti del seconda guerra mondiale – aggiungendo : “E le guerre: le guerre che continuano, non precisamente a seminare grano. A distruggere. Ma è l'industria della distruzione, una devastazione della cultura dello scarto. E questo non è storia antica: succede oggi”.

Peggiora anche il quadro di rispetto della libertà religiosa nel mondo. I cristiani rappresentano il gruppo religioso maggiormente perseguitato, secondo il Rapporto sul tema, giunto alla XII edizione della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre”. Il documento analizza fatti e misfatti, dall'ottobre 2012 al giugno 2014 di 196 Paesi concludendo che la libertà religiosa risulta compromessa in quasi il 60% delle realtà nazionali esaminate (116). In assoluto la peggiore delle situazioni è quella dell'Iraq dove le discriminazioni ai danni delle minoranze, con la conversione forzata dell'islam dei minori, è sancita dal codice civile in caso di conversione all'islam di uno dei coniugi. Con il Califfato ai codici sono subentrate le armi. Seguono a ruota altri Paesi del Medio Oriente. Secondo i ricercatori, tuttavia, nell'ultimo decennio, alcuni dei diritti fondamentali sono stati messi alla prova in molti Paesi della Ue, con norme restrittive della libertà di coscienza. Sono stati denunciati in sette anni, più di 1300 casi di crimini per odio alla religione. “Purtroppo – ha dichiarato uno dei relatori Martin Kugler – le élites europee sembrano possere una concezione scarsa della democrazia e del pluralismo. Ciò inibisce una 'conciliazione ragionevole' delle convinzioni religiose”. Ma “i cristiani – secondo un altro commentatore Joseph Weiler – avrebbero costruito un muro, all'interno del 'ghetto' in cui parte della società secolare li ha confinati, trincerandosi in sé stessi nel tentativo di scampare all'ingerenza comunitaria”. Al contrario va ricordato al mondo ”che la democrazia ha bisogno del cristianesimo”.

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