Restauro, un’arte che vale

Un convegno, una mostra e laboratori in occasione dei 250 anni della biblioteca civica

Un convegno, una mostra e laboratori sulla preziosa arte del restauro, sulla logica e sulle motivazioni che sottendono alla tutela e valorizzazione dei beni librari e archivistici saranno occasione per celebrare due importanti anniversari: i 250 anni di fondazione della biblioteca civica “G. Tartarotti” (1764-2014) di Rovereto e i quarant'anni di passaggio delle competenze sui Beni culturali dallo stato alla provincia di Trento, come previsto dallo statuto di autonomia.

Le prime due iniziative, a cura della Soprintendenza provinciale per i beni culturali e la biblioteca roveretana, avranno luogo venerdì 7 novembre, mentre i laboratori di digitalizzazione e restauro si svolgeranno in novembre e dicembre. Con i suoi 1.400/1.500 utenti di passaggio giornalieri, la biblioteca civica possiede un patrimonio eccezionale, diligentemente raccolto, catalogato, restaurato e digitalizzato. La parte più antica, dove si trovano anche incunaboli e cinquecentine, è conservata nell'archivio storico del palazzo dell'Annona.

Il convegno si intitola “Conservare. Perchè?” ed è diviso in tre sezioni: nella prima, si vedrà cosa comporta al giorno d'oggi conservare e tutelare i beni culturali nell'accezione più ampia del termine. “Tra i relatori avremo lo storico Gherardo Ortalli, conoscitore dell'archivio di stato di Venezia e studioso della repubblica della Serenissima”, spiega il direttore Gianmario Baldi.

Nella seconda, verrà affrontato il tema delle competenze in materia di tutela dei beni culturali, con particolare riferimento alle autonomie locali. Saranno presenti, Josef Nössing e Pasquale Chistè, che hanno gestito il passaggio di competenze dallo stato alle provincie autonome, rispettivamente di Bolzano e Trento. Figura di grande rilievo sarà Giovanni Losavio, già presidente di sezione della corte di Cassazione e di “Italia Nostra”, attento alla problematiche degli archivi.

Nella terza parte si discuterà su come sta cambiando l’idea della conservazione e della tutela dei beni culturali (l’azione delle forze dell’ordine, gli archivi e il restauro). All’ingresso della biblioteca ci saranno venti vetrine con 70/80 pezzi, tra documenti librari, foto e pergamene che racconteranno con linguaggio divulgativo la storia della biblioteca, le donazioni, l’attività di restauro, mettendo a confronto gli oggetti danneggiati e poi sistemati.

Si mostrerà inoltre il lavoro nascosto, ma prezioso, di Francesco Silvino ed Elena Matassoni, che nell’archivio svolgono piccoli interventi conservativi. Si concluderà con la digitalizzazione, che ha permesso tra l’altro di inserire online le circa 850 pergamene della biblioteca. Infine i laboratori: percorsi di un’ora e mezza, dove si potrà assistere ad esempio alla rilegatura di un libro o alla digitalizzazione del materiale.

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