Ricerca, Giannini: “La Ue deve promuovere i talenti”

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“C’è bisogno di una più stretta connessione tra la conoscenza e il processo d’integrazione europea”.

Lo ha detto oggi la ministra dell’Istruzione e della ricerca, Stefania Giannini, nel suo intervento di apertura, stamani a Trento, dei due giorni della conferenza Empowernment of the next generation of researchers (Promuovere i talenti, far crescere l’eccellenza), organizzata da Miur e Provincia autonoma di Trento nel capoluogo trentino fino a domani. .“Nell’Unione europea – ha sottolineato – possiamo contare sulla più ampia comunità di ricercatori al mondo: si tratta di un milione e seicentomila persone, una grossa massa critica di cervelli, che fa una grossa differenza anche per l’eccellenza, che ho potuto constatare proprio tra i candidati alle Marie Curie Actions. I ricercatori negli Stati Uniti sono 1,5 milioni e 1,3 milioni nei cosiddetti Paesi emergenti. La cerimonia di oggi di premiazione dei vincitori del Marie Curie è un segnale importante da parte della Commissione europea, ma un ringraziamento occasionale nei oro confronti non è sufficiente: deve essere riconosciuto il lavoro di tutti i giorni”.“Ritengo ci siano delle responsabilità politiche – ha aggiunto il ministro – a partire da procedure più trasparenti e accessibili per i finanziamenti. Servono sistemi di ricerca nazionali più efficienti e anche parlare di quality spending, così come u maggiore collegamento tra pubblico e privato, con l’industria. Servono sistemi di reclutamento che si basino su procedure di merito standard, infine integrare ricerca e istruzione, per sfruttare l’innovazione portata dalla ricerca.Giannini ha poi puntato l’attenzione sulla mobilità dei ricercatori, portando ad esempio Fabiola Gianotti, i suoi studi in Italia, le esperienze in Usa e il ritorno in Europa, che di recente l’ha portata a diventare direttore generale del Cern, prima donna con questo ruolo. Il ministro ha sottolineato in tal senso la necessità di promuovere l’uguaglianza fra i generi. Ha infine evidenziato come mobilità non debba essere intesa solo come “geografica, ma anche tra pubblico e industria, un settore che nei 28 Paesi dell’Ue – ha detto vede impegnato solo il 30% dei ricercatori”.In apertura del convegno anche l’impegno di continuare a lavorare per valorizzare i talenti dei giovani ricercatori da parte del vicario del rettore dell’Università di Trento, ma anche di Xavier Prats Monné, direttore generale per l’istruzione e la cultura della commissione europea, e dell’assessore provinciale a università e ricerca, Sara Ferrari. 

Questa sera, a partire dalle ore 20, al Muse di Trento, la presentazione di alcune delle attività scientifiche realizzate in Trentino. 

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