Pergine, parco San Pietro in fase di riqualificazione

Parco San Pietro a Pergine, labirinto in costruzione
La fine della bella stagione ha portato inevitabilmente anche alla riduzione dell’utilizzo del vasto parco S. Pietro, che negli ultimi anni è stato aperto gradualmente all’utilizzo di tutti, con interventi ambientali interessanti e funzionali, prestandosi egregiamente all’effettuazione di alcune manifestazioni che hanno richiamato migliaia di persone.

Storicamente si tratta di una vasta area verde di circa 20 ettari già appartenuta dal 1882 al Demanio dell’ex Ospedale Psichiatrico. Un parco a vocazione sanitaria, quindi, che è mantenuta in parte ancor oggi con la presenza del Distretto dell’Azienda sanitaria, degli ambulatori di alcuni medici di base, della comunità terapeutica Maso San Pietro e dell’Ospedale Villa Rosa. Il parco vero e proprio, situato ad est delle strutture sanitarie, si articola nella zona collinare attorno al maso Tre Castagni e a Maso San Pietro.

Una vasta area che è stata sottoposta a vari interventi di riqualificazione ambientale che hanno favorito il graduale utilizzo da parte dei perginesi. I primi interventi hanno riguardato l’area che si trova attorno al maso Tre Castagni, divenuta sede di manifestazioni varie, grazie alla presenza di un ampio prato alle cui spalle si erge il castello. Piacevole lo spazio giochi per bambini che vi trovano possibilità di sfogo fisico e di fantasia. L’area è raggiungibile a piedi ma anche in bicicletta con la nuova pista ciclabile realizzata alle spalle del Villa Rosa.

L’ingresso dell’ex Ospedale Psichiatrico a Pergine

Gli ultimi interventi, ancora in corso, riguardano l’ampio spazio presso la comunità terapeutica Maso S. Pietro, un’area agricola quando era in attività l’ospedale per l’attuazione della terapia del lavoro che veniva applicata per la cura dei pazienti. Chiusa quella fase, era comunque rimasta agricola e trasformata in un vasto campo di mele. Un paio d’anni fa l’avvio del progetto di riqualificazione, proposto da Carmelo Anderle, che ha come elemento centrale la realizzazione di un “labirinto vegetale” che si propone di tener viva la memoria dell’ospedale psichiatrico.

E infatti opera principale è una struttura vegetale che richiama un cervello umano, con due zone diverse a simboleggiare i due emisferi cerebrali. Un’opera di forma circolare del diametro di cinquanta metri, con due percorsi vegetali in comunicazione tra loro, con la collocazione di alcune lastre di pietra incisa che ricorderanno gli eventi principali dei 130 anni di storia dell’ospedale psichiatrico. Inseriti e nascosti in questa costruzione vegetali ci saranno anche quei servizi igienici di cui da tempo era lamentata la mancanza soprattutto in occasione di manifestazioni affollate.

Interventi tutti finalizzati a riqualificare un’area che da alcuni anni è passata in gestione dalla Provincia al Comune che sta gradualmente favorendo anche l’accesso. La viabilità principale, quella che va dalla portineria all’ospedale, è diventata viabilità ordinaria e si avvieranno a breve i lavori di ampliamento della via S. Pietro che costeggia l’area ad ovest. Resta ancora insoluto un aspetto probabilmente più psicologico che reale: l’ex portineria che, con quelle sbarre che pendono dalla tettoia, danno l’impressione di una ghigliottina… Non è il modo migliore per invogliare le persone a fruire di un parco davvero funzionale.

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