Si va verso la nascita del comune di “Borgo Chiese”

Panoramica sul centro della Valle del Chiese. Foto Gianni Zotta
“In Provincia di Trento si è passati da bilanci con avanzi di amministrazione a bilanci ‘fatti con il bilancino’. Di conseguenza vi sarà una razionalizzazione della spesa anche per gli enti locali. Occorre quindi interpretare il cambiamento perché nulla sarà più come prima”. Questo il leitmotiv risuonato al Palazzetto Polifunzionale di Condino lunedì scorso, durante la prima delle assemblee dedicate dai comuni di Brione, Castel Condino, Cimego e Condino alla spiegazione del progetto della loro possibile fusione.

Davanti ad un’assemblea piuttosto folta e attenta il sindaco di Condino Giorgio Butterini, l’assessore Carlo Daldoss, il consigliere provinciale Mario Tonina e il direttore del Consorzio dei Comuni Alessandro Ceschi hanno spiegato quale sia la situazione che Provincia e Comuni si trovano a vivere e come la riforma istituzionale ultimamente varata dalla stessa Provincia, che stimola gli enti locali a fondersi, possa essere una risposta efficace a una serie di problemi contingenti.

Il quadro istituzionale tracciato vede la persistenza della lunga grave crisi economica, che obbliga le amministrazioni pubbliche a una razionalizzazione delle risorse e delle programmazioni, un sensibile calo dei finanziamenti provinciali a favore dei comuni e l’obbligo dal 2016 per i comuni con popolazione inferiore a 5 mila abitanti o di gestione associata di tutti i servizi con la Comunità di Valle o tramite la costituzione di nuovi ambiti comunali (coloro che vanno a fusione entro il 2015 hanno una deroga). Se i comuni non rispetteranno questi input, la stessa Provincia interverrà con il proprio “potere sostitutivo”, prendendo le proprie decisioni in merito.

Occorre rilevare che qui qualcuno tra il pubblico ha commentato che la famosa spending review dovrebbe essere messa in atto a tutti i livelli istituzionali, a partire dalla stessa Provincia per scendere a cascata fino ai livelli più bassi, e non il contrario. La domanda base tuttavia l’altra sera era: meglio quindi la gestione associata dei servizi o optare per la fusione?

I quattro sindaci, per bocca del primo cittadino del comune più grande, hanno dimostrato di non avere dubbi: meglio arrivare a un nuovo unico comune dove le comunità del luogo sono da sempre portate a interagire e collaborare (si vedano ad esempio le collaborazioni già esistenti per la Casa di Soggiorno per Anziani, l’Avis, i Vigili del Fuoco e all’interno dell’Unità Pastorale Sacra Famiglia) come a condividere naturalmente i servizi di segreteria, ufficio tecnico e vigilanza boschiva. Inoltre, come ricordato da Ceschi, se non si raggiungesse l’obbiettivo della fusione i quattro comuni in causa dovrebbero obbligatoriamente chiedere la gestione associata dei servizi a un comune più grande, frutto magari di un’altra fusione, passando direttamente a una gestione a sei, molto più complicata da dirigere e dirimere.

Altra questione emersa lunedì è stata quella del nome che dovrebbe avere il nuovo comune, “Borgo Chiese”. A questo proposito c’è da ricordare che nei mesi scorsi a Condino è nato un apposito comitato che, come ha spiegato un rappresentante presente in sala, rifiuta categoricamente questo nome a tutela della millenaria storia della Pieve di Condino, simbolo dell’identità storica degli abitanti del luogo, motivo per cui avrebbe dovuto essere preso in considerazione come prima scelta. I sindaci dal canto loro hanno spiegato che Borgo Chiese è stato scelto perché nome “neutrale” che risponde al desiderio di riconoscere pari dignità ai comuni più piccoli che avrebbero visto riproposto il solo nome di Condino nella nuova denominazione. Inoltre, richiama l’elemento più peculiare e qualificante del territorio, il fiume Chiese appunto, un elemento riconoscibile e spendibile a livello turistico.

“A fronte delle enormi difficoltà in cui gli enti locali in questo momento si dibattono, sarebbe poco responsabile far fallire la fusione dei quattro comuni sulla base del nome che il nuovo comune dovrebbe assumere. Che tra il resto, la legge permette di cambiare”, ha affermato il sindaco di Condino Butterini. Di responsabilità hanno parlato un po’ tutti i relatori. “La fusione dei comuni va nella direzione dell’unire le forze; non potremmo giudicare positivamente gli amministratori che non si vogliono fare carico di questo”, ha detto Mario Tonina. “Abbiamo la forte consapevolezza che questi percorsi vanno nella giusta direzione”.

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